MONTEVERDI MARITTIMO – La voragine si è spalancata intorno alle 20.30 di ieri, giovedì 1 dicembre.
Un ponte collassato d’un colpo su sé stesso lungo la strada provinciale 329 che unisce Canneto a Monteverdi Marittimo, comune a Sud della provincia di Pisa. “Una tragedia sfiorata – dice il sindaco di Monteverdi Marittimo, Francesco Govi – per fortuna non ci sono state persone e mezzi coinvolti nel crollo”.
La strada è chiusa al traffico e oggi si sono susseguiti i sopralluoghi da parte del Comune e dell’ente competente, la provincia di Pisa. Da quanto appreso, il ponte crollato non aveva mostrato segni di pericolo e non era classificato come intervento urgente da parte della Provincia. Adesso sono due le soluzioni allo studio: un ponteggio mobile in somma urgenza per ripristinare la viabilità, e un progetto di ricostruzione dell’infrastruttura. Ma le risorse, come sottolineano dalla provincia di Pisa, scarseggiano. Ed ecco un appello al Governo.
“Stiamo seguendo da ieri sera appena accaduto il cedimento del ponte nel comune di Monteverdi con la struttura tecnica provinciale – afferma il presidente della provincia di Pisa, Massimiliano Angori – Si tratta comunque di un ponte monitorato dall’ente provinciale e ritenuto in classe media di pericolosità in base ai volumi di traffico che lo interessano. Durante il monitoraggio non erano mai stati ravvisati segnali di cedimento, come talvolta accade, che facessero presagire un imminente crollo. Nello specifico l’impalcato è rimasto integro e ha scalzato il muro che lo sosteneva. Da sottolineare che sul ponte vigeva già una limitazione al traffico in base alla portata con un limite di 24 tonnellate”. Più del passato però Angori preferisce parlare del futuro. “Adesso la struttura tecnica provinciale ha già rintracciato due soluzioni: una a breve termine con la.messa a punto di un ponte mobile, previa effettiva verifica della possibilità di inserimento dei moduli prefabbricati all’interno dell’infrastruttura, una volta che verrà rimosso l’impalcato – aggiunge il presidente provinciale -. La seconda soluzione più a lungo termine è ovviamente la realizzazione di una nuova infrastruttura in sostituzione di quella che ha ceduto, per fortuna, senza causare danni a persone e utenti della strada”.
L’occasione per allargare lo sguardo sul ruolo delle Province. “Questo episodio sottolinea, se mai ce ne fosse necessità, la estrema esigenza di ripensare a livello governativo e nazionale una riforma delle province che ormai ha 9 anni di età, in base alle effettive esigenze dei nostri territori – evidenzia Angori -. Basti pensare che la sola provincia di Pisa deve far fronte alla manutenzione di 300 ponti disseminati su un ampio territorio provinciale, e c’è bisogno di poter avere modo di riorganizzare il lavoro dell’ente provinciale per una presenza costante sui territori e un monitoraggio costante relativamente alle nostre competenze principali. Per far questo il Governo e lo Stato non possono esimersi da un proficuo sforzo di riprogrammazione che interessi le Province, con l’iniziare a mettere a disposizione strumenti e risorse che siano davvero funzionali per tutto questo”.