Passano gli anni, i decenni, ma purtroppo nella nostra amata Toscana la riconciliazione tra laici e cattolici (che termini inadeguati!) è ancora lontana dal venire. Speriamo ci riesca la figura carismatica di Renzi, di cui un pronunciamento sarebbe gradito.
Il dramma è che chi oggi ostenta “modernità”, intendendo per tale i concetti degli anni 68-70, magari “remixati” all’occorrenza, è fuori dalla realtà e dal sentire comune.
E non è certamente colpa dei ragazzi, per carità, quanto di certi maestri che, pur non essendo cattivi, forse sono un tantino “vecchi”, almeno concettualmente.
Nella patria dell’umanesimo, Firenze, terra di santi e di artisti sacri, ovunque si respira cristianesimo. E dovrebbe essere spiegato e dimostrato come un ragazzo o un docente possa sentirsi più “libero” sbarazzandosi di un simbolo messo dai nostri padri, con un senso di rispetto che oggi non comprendiamo più. Non è una questione di fede, ma di etica e cultura. E pure di identità. Nell’era del web sempre connesso, dell’omologazione, e della globalizzazione dei valori, non è destinata a calare, la domanda di identità. E se nel recente passato, a chi non credeva, noia non dava il crocifisso nei luoghi pubblici, ma casomai il comportamento di certe persone, oggi assistiamo ad una intolleranza di ritorno, da guardare con preoccupazione, sopratutto per lo spirito critico che manca.
Eppure l’Italia, madre dell’occidente, deve proprio a quel Cristo storico, che morì in croce, la maggior parte delle sue libertà di pensiero, inclusi gli stessi concetti di laicità e di scienza, inesistenti, nelle altre culture, nelle forme a noi note.
Ma veniamo alla domanda: staranno meglio gli studenti fiorentini senza sopra il capo il legno della croce? O saranno ancor più confusi, ignoranti della nostra cultura e insensibili, instabili, sbatacchiati da una concezione del sapere “fai-da-te”, assemblata a seconda dei gusti su Wikipedia, dove ognuno si costruisce un pensiero come da “Obi”?
Caro rettore, non tolga ciò che chi l’ha preceduto ha messo. Ma lo conservi per rispetto di chi verrà dopo di lei, studenti inclusi.
Ai ragazzi italiani non viene chiesto quale tipo di letteratura studiare, quali poeti o narratori leggere, o artisti ammirare. E’ chiaro che studieranno forme artistiche, poetiche, letterarie italiane.
Riguardo alla religione si vorrebbe mandarli al supermercato, ma senza istruzioni per l’uso.
Peccato che ignorando il cristianesimo, difficilmente poi si capiranno le forme artistiche, poetiche, letterarie italiane. Perchè chi non ha una conoscenza di base della cultura cattolica, difficilmente potrà passeggiare per Firenze e capire qualcosa di una delle città più belle al mondo.
Non tolga il crocifisso. Saremo tutti più poveri