Le dimissioni annunciate e mai ritirate del sindaco di Siena Franco Ceccuzzi cominciano a provocare le prime ripercussioni a livello politico e non poteva essere altrimenti. Le prima avvisaglie si sono viste circa dieci giorni fa quando si è dimesso il segretario provinciale del Partito Socialista Roberto Rubegni subito dopo le elezioni comunali di Montalcino, Sarteano e Monticiano. Dimissioni spiegate con motivazioni personali ma evidentemente anche i socialisti hanno ritenuto necessario un cambio di passo rispetto a quanto invocato dal quadro di riferimento, anche nazionale. Con tutta probabilità entro fine mese sarà affidata ad un gruppo di saggi la quadratura del cerchio per l’individuazione di una soluzione. Lo stesso Riccardo Nencini, proprio oggi in quest'ottica, da Roma ha annunciato che i socialisti «a primarie di coalizione ci saranno».
Il PD davanti a due strade Ma il terremoto più grande è quello che rende insonni le notti in casa PD laddove si è verificato il «casus belli» tra ex Ds e ex Margherita. E' convocato per quest'oggi, infatti, il direttivo provinciale del partito senese che non potrà non tenere conto delle linee d'indirizzo e delle notizie che arrivano da Roma dove è in corso la direzione nazionale. All'ordine del giorno dell'assise senese le dimissioni, che appaiono irrevocabili, del segretario provinciale Elisa Meloni. I democratici adesso si trovano di fronte a due strade: congresso subito o scelta di un segretario capace di traghettare il partito in questa difficile fase fino alle elezioni comunali e alle politiche 2013. A lui spetterebbe la scelta della squadra. Ma nel frattempo riusciranno i notabili del partito a fare sintesi tra le correnti che fino a ieri si sono scontrate fuori e tra i banchi del consiglio comunale?
Verso il nuovo segretario provinciale Il nome che circola con insistenza e che ad oggi risulta più accreditato è quello di Niccolò Guicciardini. Classe 1984, vive a San Gimignano. Già segretario della Sinistra Giovanile dal 2007 è stato membro del Comitato Politico dei Democratici di Sinistra e della Direzione Nazionale della Sinistra Giovanile. Dal 2008 è segretario provinciale di Generazione Democratica ed è membro dell’Esecutivo Provinciale del Pd di Siena. E’ stata eletto nel 2009 come consigliere provinciale. A lui dovrebbe spettare il compito di gettare acqua sul fuoco nei confronti di un partito che altrimenti rischia di deflagrare, sulla scia di Siena, in tutto il territorio provinciale. A Guicciardini in molti riconoscono le capacità e la cultura politica per ricoprire questo delicato incarico, così come è garanzia per tutti il suo cursus honorum dentro il PD. Ma di fonte ha un rischio enorme, quello di non riuscire a placare gli animi di una guerra che lui non ha combattuto ma della quale potrebbe rischiare di rimanere vittima visto che le acque ancora non sembrano essersi placate tra i duellanti. In questa fase, infatti, il timore dei sindaci senesi è proprio che l’onda d’urto dello scontro senese possa arrivare e travolgere anche i comuni soprattutto dove la presenza della componente ex Margherita è più forte negli esecutivi e nei consigli comunali. Un primo assaggio di ciò che potrebbe essere lo abbiamo registrato proprio ieri in Consiglio provinciale quando il presidente del Consiglio e area ex Margherita Riccardo Burresi con la consigliera Raffaella Senesi, si sono astenuti su un ordine del giorno presentato dalla maggioranza sulla Fondazione MPS.
Abbassare i toni In questa delicata partita, in molti sono a chiedere di «abbassare i toni» per evitare che ognuno torni a sventolare i propri vessilli di origine. Ma come in ogni battaglia che si rispetti ecco che in campo sono scesi i pontieri: alcuni sindaci, il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini, il vice presidente della Provincia Alessandro Pinciani, l’ex presidente della Comunità Montana Amiata Valdorcia Giuliano Simonetti e Sandro Starnini sono già a lavoro. Molto probabilmente, però, le conseguenze dello scontro saranno fatali anche per altre poltrone che potrebbero da qui a qualche giorno vacillare comprese quella del segretario cittadino del PD Giulio Carli e del segretario regionale del Partito democratico Andrea Manciulli, rei di non essere riusciti a fare sintesi tra le diverse anime del partito. Il PD senese è a un bivio: trovare equilibri più avanzati rispetto all’area ex Ds e ex Margherita con uomini nuovi fuori dallo scontro, oppure ritornare ognuno nelle proprie sezioni per imbracciare i simboli di un tempo. Un ritorno al passato che a Roma non sarebbe visto di buon occhio.