I produttori di grano continuano a essere oggetto di un’azione di speculazione che non ha precedenti, con il grano duro pagato 18 euro al quintale, largamente al di sotto dei costi produttivi, e perdite fino al 50% sulla scorsa campagna di commercializzazione. A sottolinearlo è la Cia Toscana, fortemente preoccupata da una crisi che sembra senza fine per la cerealicoltura regionale.
Proseguono intanto le iniziative della Cia Toscana per favorire soluzioni ad una crisi che sta portando al collasso l’intero settore: domani, martedì 26 luglio, si terrà a Pisa, la riunione del GIE Cerealicoltura (Gruppo di interesse economico) della Cia Toscana, che vedrà presenti produttori provenienti dalle province toscane. Iniziative che proseguiranno nei prossimi giorni nell’ambito di una mobilitazione nazionale.
Non è più possibile – aggiunge la Cia Toscana – che il frutto del lavoro di un anno venga così svalutato. Oggi 100 chili di frumento valgono quanto 7 chili di pane: un ‘gap’ intollerabile e contro la logica delle cose, che non può nemmeno lasciare indifferenti i consumatori, che a loro volta non traggono nessun vantaggio da questa situazione né in termini di diminuzione di acquisto dei prodotti finiti (pane, pasta, ecc.) né per il miglioramento della qualità degli stessi.