Serve una svolta per contrastare la crisi del grano. Il settore è al collasso. E in Toscana è al via una mobilitazione degli agricoltori della Cia per rivendicare il giusto valore al prodotto Made in Italy. I produttori sono schiacciati tra il crollo dei prezzi e l’aumento dell’import, la Cia prosegue così la mobilitazione e giovedì 28 luglio (dalle 10 alle 13) scende in piazza a Grosseto, per un sit-in davanti al palazzo del Governo (in piazza Flli. Rosselli). Saranno presenti migliaia di agricoltori provenienti da tutta la Toscana e dal centro Italia.
Intanto oggi a Pisa si è tenuto un incontro del GIE Cerealicoltura (Gruppo di interesse economico) della Cia Toscana, per fare il punto della situazione e per programmare le prossime iniziative.
«Servono soluzioni urgenti – è emerso dalla riunione GIE – I produttori di grano continuano a essere oggetto di un’azione di speculazione che non ha precedenti, con il grano duro pagato 18 euro al quintale, largamente al di sotto dei costi produttivi, e perdite fino al 50% sulla scorsa campagna di commercializzazione».
Anche le misure annunciate nei giorni scorsi dal ministro Martina, che pur andando nella giusta direzione – aggiunge la Cia Toscana – rischiano di essere insufficienti e tardive, considerato il livello di sofferenza raggiunto nelle campagne. Senza un’inversione di marcia sui prezzi pagati agli agricoltori e senza un freno immediato alle importazioni spregiudicate dall’estero, il rischio che si corre è quello di una progressiva marginalizzazione della produzione di grano – sottolinea il Gie Cerealicolo della Cia Toscana – in un Paese che, paradossalmente, esporta il 50% della pasta che produce.