4Oggi doveva essere il giorno della verità per le quasi 800 persone impiegate nelle aziende aretine Cadla e 2G di proprietà dei fratelli Giannetti. Siglato il preaccordo con Conad per l’acquisizione di 15 dei 36 punti vendita 2G è invece privo di certezze il futuro dei 200 dipendenti del magazzino Cadla. Filtra l’insoddisfazione dei sindacati per la divisione delle due trattative: stamani quella per i punti vendita, stasera quella per il magazzino. Lunedì prossimo il vertice con parlamentari e consiglieri regionali, mentre il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani definisce il quadro «preoccupante». Martedì è in programma un nuovo vertice tra sindacati, dirigenza e dipendenti 2G: l’obiettivo è salvare tutti i punti vendita.

6Guerra aperta in terreno neutro Per la Cadla è il giorno del confronto con la dirigenza. Ad ora la trattativa è ancora incorso, il futuro dei 200 dipendenti drammaticamente incerto. Guerra aperta in terreno neutro. Due gli incontri a porte chiuse tra Claudio Giannetti , i rappresentanti sindacali e i rappresentanti dei dipendenti svoltisi in giornata all’Ascom di Arezzo. Il primo stamani alle 11 era rivolto ai dipendenti della 2G, la società che ha in carico la rete dei negozi. Sembrerebbe essere stato firmato un pre accordo per la cessione dei punti vendita della costa a Conad Tirreno. Pochi dubbi anche per l’accordo con Conad Umbria che riguarda tutte le sedi aretine. Dalle prime indiscrezioni passerebbero a Conad solo 15 dei 36 punti vendita, rimanendone 11 fuori dalle trattative. Il secondo incontro è in corso dalle 14.30. Stavolta al centro della vertenza ci sono i 200 dipendenti del magazzino Cadla, amministrativi e addetti alla logistica.

3«Vogliamo risposte, anzi certezze» Lacrime e tensione alle stelle per quello che è Il nodo più spinoso della vicenda. Fuori della sede di Confcommercio, si è radunata una grande folla di dipendenti che pretendono di conoscere il loro futuro. Presenti in loco anche le forze dell’ordine, per sedare eventuali atti di violenza. L’attesa fuori da Confcommercio si fa snervante: «Negli ultimi mesi ci hanno sempre pagati ma ci hanno tenuto nascosto il problema. Abbiamo avuto ordini e richieste ma i magazzini erano vuoti. Per due mesi siamo stati senza latte e farina. Come è possibile che siano sparite tutte le risorse dell’azienda in meno di un anno? Si parla di decine di milioni di euro! Come possiamo accettare la possibilità di andarcene tutti a casa? È una follia». I dipendenti minacciano di occupare il magazzino: «Se ci arriveranno brutte notizie picchetteremo la Cadla e ci chiuderemo dentro. Resisteremo ad oltranza finché non verranno salvati i nostri posti di lavoro. Abbiamo già avvisato la Digos».

5La parola al sindaco Fanfani: «Dobbiamo difendere il futuro di centinaia di famiglie. 200 sono i lavoratori impegnati direttamente in Cadla. Altri 600 in tutto il gruppo. Noi ci siamo e ci saremo in difesa dei loro posti di lavoro». Il sindaco Fanfani ha garantito stamani ai dipendenti della Cadla e ai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil il suo impegno e quello del Comune in difesa dei posti a rischio. il prossimo appuntamento è per lunedì 28 luglio, alle 11, in Sala Giostra del Saracino. Il sindaco ha chiamato a raccolta parlamentari, assessori e consiglieri regionali, presidenti della Camera di commercio e della Provincia, sindacati. Tutti insieme, convocati per individuare una strategia che consenta di salvaguardare i posti di lavoro Cadla. «Siamo consapevoli della gravità della situazione – afferma Fanfani -. Prima sindacati e direzione aziendale si confronteranno e l’auspicio è che già in quella sede emergano prospettive risolutive. E che, comunque, si avvii un percorso che possa consentire di arrivare al miglior risultato possibile. Ho avuto contatti con tutte le parti interessate ed ho registrato una volontà di collaborazione. Adesso si tratta di vedere quali obiettivi possono essere concretamente raggiunti fin dai prossimi giorni. Da parte nostra, e mi riferisco non solo al Comune ma all’intero sistema istituzionale, ritengo che non sia possibile aggiungere altri posti di lavoro alla lunga lista di quelli cancellati in questi anni. Sono convinto che il “tavolo” di lunedì prossimo possa stabilizzarsi per un monitoraggio costante delle situazioni di crisi del territorio, in primis Cadla. Immagino un confronto non impostato sulla difensiva e cioè su come fronteggiare le emergenze che sempre più frequentemente si presentano. Arezzo ha bisogno, in realtà, di una svolta capace di disegnare un nuovo e diverso sviluppo economico. E’ un disegno che non può avere un solo autore. Unendo competenze, professionalità e ruoli possiamo sperare di essere capaci di immaginare e costruire un futuro per la nostra comunità».

7Le richieste Ed è la Rsu Cadla a ricordare i tre punti principali al tavolo della trattativa. «In primo luogo chiediamo che i dipendenti del magazzino vengano inseriti nelle trattative intraprese per vendere i punti vendita SMK a marchio Despar e Eurospar a due importanti società del settore (per la quale ricordiamo sarebbero in corsa Conad Umbria e Conad del Tirreno, ndr) Chiediamo poi che una parte dei dipendenti Cadla venga rioccupata, insieme a quelli ex Konz, nel Cash and Carry di Via Setteponti ad Arezzo». Per ora tante parole e nessuna certezza, Arezzo resta col fiato sospeso attendendo di conoscere il futuro di una delle aziende storiche più grandi della sua provincia.