La Giunta regionale ha deliberato oggi lo stanziamento di 200 mila euro per attribuire un contributo di 100 euro a testa a tutti quei risparmiatori di Banca Etruria e degli altri istituti creditizi sottoposti, nel dicembre 2015, a bail-in e che si sentono truffati per via delle obbligazioni subordinate.
Il contributo della Regione A illustrare il contenuto della decisione è stata la vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni: «È una misura di ristoro per gli obbligazionisti subordinati che hanno subito i problemi delle banche, per legge erano stati stabiliti 200 mila euro- ha ricordato, nel corso di un briefing coi giornalisti-. Adesso, andiamo a fissare un contributo di ristoro di 100 euro a ciascuna persona fisica che presenta istanza di risarcimento. Stiamo individuando un capofila in un’associazione dei consumatori, ma i cittadini qualunque via abbiano adito, si siano rivolti alle agenzie dei consumatori o abbiano fatto ricorso alle vie legali, possono essere risarciti con questi 100 euro». Pertanto, e’ il concetto di fondo ribadito dall’assessore Barni, «questi 100 euro andranno tutti ai cittadini».
Una cifra simbolica Questa cifra viene basata sulla previsione che, alla fine, a intentare una causa contro gli istituti travolti dal crack saranno circa 2.000 toscani. D’altro canto, a precisa domanda la vicepresidente Barni ha confermato che i 100 euro sono stati calcolati sull’effettivo costo per l’espletamento della pratica: «Abbiamo fatto una stima e rispetto alla causa legale questi 100 euro sono una cifra più bassa, ma è un ristoro che dovrebbe coprire quelle che sono le uscite di questi obbligazionisti, quindi sì abbiamo calcolato la spesa», ha confermato. «Il costo complessivo è di 105 euro- ha proseguito-, naturalmente se uno va da un avvocato cresce, ma sono scelte che ognuno può fare liberamente». E, rispondendo ai giornalisti che insistevano sul punto, ha ulteriormente chiarito: «È una cifra simbolica, ma anche calcolata perché le pratiche possono costare questo importo».