FIRENZE – Nessuna corsia preferenziale, al momento, per i donatori di sangue. A dettare il passo è il Governo con le direttive del generale Figliuolo e, almeno per ora, i donatori, così preziosi nel loro ruolo di salvare vite con un atto di grande amore, non figurano nelle categorie che, subito dopo gli over 80 e 70 e gli estremamente vulnerabili, saranno vaccinati con un percorso ad hoc.  A dirlo è Luciano Franchi, vicepresidente vicario di Avis Toscana interpellato in merito da agenziaimpress.it

Luciano Franchi, vicepresidente vicario Avis Toscana (Foto pagina Facebook Avis Toscana)

«Se dal Ministero arrivasse uno spiraglio, saremmo contentissimi».

«Abbiamo sottolineato l’importanza dei donatori di sangue e plasma – dichiara Franchi – e siamo pronti a collaborare con Ministero della Salute e Regione Toscana, ma al momento non ci sono indicazioni per la vaccinazione dei donatori subito dopo le categorie di rischio. Ed è giusto non alimentare aspettative inutili. Attendiamo i comunicati ufficiali. Noi siamo da sempre convinti che i donatori svolgano una funzione importantissima per la sanità italiana, infatti Avis nazionale ha dato la piena disponibilità perché le nostre sedi siano luoghi di vaccinazioni. Al momento non ci sono margini di flessibilità ed è corretto non creare false aspettative nei nostri donatori. Se dal Ministero arrivasse uno spiraglio, saremmo contentissimi».

Il Covid non spaventa i donatori

73mila soci, 180 sedi territoriali dislocate in tutta la regione, Avis Toscana è sempre impegnata alla ricerca di nuovi donatori e alla sensibilizzazione delle nuove generazioni. Un impegno che non è stato scalfito nemmeno dal Covid: dopo qualche settimana di incertezza nei donatori dovuta al caos comunicativo della primavera scorsa circa la pandemia, il 2020 si è chiuso con una crescita delle donazioni di sangue in Toscana dell’1,5% nei primi nove mesi del 2020. Già nel 2019 il numero di donazioni Avis in Toscana era cresciuto dello 0,6. «La scorsa primavera abbiamo dovuto fare i conti con l’effetto emotivo della pandemia – spiega Franchi –  tanti erano i timori dei donatori sulla sicurezza del percorso della donazione. E allora noi abbiamo raccontato la sicurezza del percorso, abbiamo modificato anche le modalità della donazione che ora avviene solo su prenotazione e quindi possiamo dire che oggi il percorso della donazione è estremamente sicuro. Abbiamo superato le emozioni, la paura iniziale e abbiamo puntato sul rapporto con il donatore, concretizzando la disponibilità di sangue e plasma tutto l’anno.  Solo per fare un esempio, domenica sono più di 400 le persone prenotate in tutta la Toscana per andare a donare. Una domenica come tante, ma il solo fatto che in un giorno festivo 400 persone scelgano di andare a donare è un messaggio bellissimo».

Donazione periodica scelta vincente

Un trend positivo in continua crescita, se è vero che anche i primi 3 mesi del 2021 fanno registrare numeri positivi. «E questo ci dà conferma che le scelte fatte in passato sono state giuste – sottolinea il vicepresidente di Avis Toscana -. Insieme alla Regione abbiamo puntato sulla donazione periodica, non occasionale o emotiva. E questa si è dimostrata la formula migliore per dare risposte ai malati dei nostri ospedali. La donazione periodica ci permette di instaurare un rapporto continuativo con il donatore, promuovere corretti stili di vita, informare il donatore sull’ importanza della donazione e fare medicina preventiva perché ogni volta che doniamo facciamo esami che sono un vero e proprio servizio di medicina preventiva a disposizione del donatore. Mentre facciamo del bene agli altri, facciamo un bel regalo anche a noi stessi».

Bene la donazione di sangue, ora sensibilizzare sul plasma

Donazioni di sangue per cui la Toscana e l’Italia vanno verso l’autosufficienza, ma non solo. C’è un aspetto della donazione su cui l’immaginario collettivo è ancora poco preparato: il plasma. «C’è la necessità di far crescere le donazioni di plasma, di raccontarla di più perché c’è una minore raccolta negli Stati Uniti e in altri Paesi e noi dobbiamo raggiungere l’autosufficienza per garantire l’autosufficienza dei plasmaderivati, cioè quei medicinali che si producono con il plasma. La nostra attenzione è su entrambi i fronti: sulla necessità di sangue in base ai diversi gruppo seguiamo il Meteo del Sangue che ci dice la situazione di bisogno dei globuli rossi in Toscana. Se su uno siamo in eccedenza, allora è momento di ‘switchare’ quella disponibilità del donatore verso plasma. Dobbiamo far crescere il numero dei donatori, che per noi, sono volontari, anonimi, periodici e consapevoli, disponibili a alternare, a seconda dei bisogno del sistema sanitario, tra sangue e plasma».

Donatori e vaccini, cosa c’è da sapere

E quanto mai attuale è chiedersi, poi, in vista del vaccino, quanto tempo dopo è possibile tornare a donare: «Dipende dalla tipologia del vaccino – spiega Franchi –  sul sito del Centro Nazionale Sangue c’è una tabella aggiornata che indica i tempi. In genere si tratta di 48 ore dalla dose, quindi la sospensione è talmente breve da non incidere sulla donazione».