Cavalli con meno esperienza possibile, fantini che, passati 10 minuti dall’assegnazione, hanno già il giubbetto tra le mani. È questa la fotografia che può raffigurare nel migliore dei modi quelli che nella tradizione sono i momenti più delicati ed emozionanti del Palio, la tratta e la successiva scelta da parte dei capitani delle monte.
Partiamo dai cavalli: escluso Oppio, che ha impressionato nella prima batteria per ritmo e precisione, gli esperti sono Mocambo e Porto Alabe, rispettivamente toccati in sorte a Tartuca (montato da Valter Pusceddu detto Bighino) ed Oca (montato da Giuseppe Zedde detto Gingillo).
Hanno corso solo un palio Quadrivia (Nicchio con Giovanni Atzeni detto Tittia), Preziosa Penelope (Lupa con Jonatan Bartoletti detto Scompiglio) e Raktou (Chiocciola con Alessio Migheli detto Girolamo). Sono cinque gli esordienti ovvero Reynard King (nel Bruco con Carlo Sanna detto Brigante), Smeraldo Nulese (nell’Istrice con Elias Mannucci detto Turbine), Sarbana (nella Giraffa con Enrico Bruschelli detto Bellocchio), Renalzos (nell’Aquila con Francesco Caria detto Tremendo) e Phatos de Ozieri (nel Drago con Luigi Bruschelli detto Trecciolino).
Le contrade che hanno saltato al momento dell’assegnazione sono state Nicchio e Lupa, sicuramente per avere la convinzione di poter montare i due fantini più importanti a livello di strategia in questa carriera, cosa che è accaduta automaticamente. Per entrambi si tratta di un ritorno nei due rioni, con
la stessa voglia di riscatto e di vincere. Gingillo farà il suo esordio con il giubbetto dell’Oca dopo due palii corsi nella Torre: nell’ultimo dei quali, era il 2 luglio 2013, a trionfare fu proprio il rione di Fontebranda. Bighino dopo 15 anni torna in Castelvecchio, mentre Bellocchio prende di nuovo la strada della Giraffa, contrada che già segnò il suo battesimo in Piazza del Campo. Tremendo torna nell’Aquila per cercare il successo sfumato con Lo Specialista, Trecciolino rimette piede a distanza di 19 anni nel Drago e, infine, Girolamo veste di nuovo i colori del rione di San Marco.
Infine fanno il loro esordio con il giubbetto dell’Istrice Turbine e con quello del Bruco Brigante.
Un palio che vede nuovamente i riflettori puntati addosso al Nicchio, attenzione pero’ alle lanterne che illuminano le speranze di Lupa, Drago, e Oca. Devono invece accendere il fiammifero
Bruco, Aquila, Chiocciola, Giraffa e Tartuca.