Definito l’accordo quadro con i laboratori privati per fare i test sierologici: 61 quelli che hanno risposto all’avviso di Estar dando la propria disponibilità ad effettuare test per conto della Regione ad integrazione del lavoro già fatto dal Ssr. Ad annunciarlo il governatore toscano Enrico Rossi. Il Ssr è già impegnato in 140.000 test riservati prioritariamente ai lavoratori della sanità e a ospiti e operatori delle Rsa. Ora con i privati si arriva a 400.000 comprendendo i lavoratori dei servizi essenziali rimasti aperti fin dall’11 marzo.

Studio della diffusione del virus Tutti i dati dello studio epidemiologico verranno poi raccolti dalla Regione e caricati su un’applicazione per studiare la diffusione del virus suddiviso per categorie di lavoratori. «Siamo di fronte alla più grande iniziativa di screening di massa che sia mai stata affrontata in Italia – ha detto Rossi – che ci consentirà di raggiungere ben 400.000 lavoratori tra quelli maggiormente esposti al contagio al fine di tutelare al meglio la loro salute e quella collettiva. Non esistono al momento – ha aggiunto – strumenti assoluti che possono risolvere la diagnostica sulla diffusione del coronavirus. La nostra politica è sviluppare l’uso dei cosiddetti tamponi: in Toscana, ne abbiamo fatti oltre 80mila. Siamo dell’idea che una maggiore conoscenza del virus può derivare proprio dalla complementarietà tra tamponi e test sierologici. Da questa indagine – ha aggiunto – emergeranno utili valutazioni per procedere, d’intesa con il governo nazionale, all’organizzazione della fase 2».

Per primi i sanitari Entrando nel particolare Rossi ha spiegato che il «primo blocco di test fatto dal Ssr si esaurirà entro la fine della prossima settimana»: sono 140.000 test «riservati prioritariamente ai lavoratori della sanità pubblica e privata, agli ospiti delle Rsa e agli operatori delle stesse» ai quali si sono aggiunti poi forze dell’ordine, volontari e badanti. Il secondo blocco, con i privati, riguarda i lavoratori dei servizi essenziali rimasti aperti fin dal Dpcm dell’11 marzo, con priorità a chi è maggiormente esposto: si va dagli addetti della piccola e grande distribuzione alimentare ai postini, dagli edicolanti ai riders, alle pompe funebri. «A questi si aggiunge la polizia comunale e provinciale – spiega Rossi – e il distretto della carta della Lucchesia che ha continuato a lavorare» e potrà fornire «alcune utili indicazioni in merito all’impatto del virus all’interno di un’area industriale ben definita, anche allo scopo di compiere analoghe valutazioni in vista della riapertura di altri distretti».

250mila test ai laboratori privati Sarà la Regione a fornire ai laboratori privati aderenti «almeno 250.000 test a fronte della loro disponibilità ad effettuarne almeno 10.000 al giorno». Gli stessi laboratori potranno poi farne altri «in forma privata a soggetti appartenenti alle categorie di filiera essenziale individuate dal Dpcm dell’11 marzo», al costo, fissato dalla Regione, di circa 25 euro.