Erano 1.631 le imprese dello shopping della moda a Firenze, il 28% di tutte quelle esistenti in Toscana, prima del lockdown.  “Un numero che rischia di diminuire considerato lo stop del turismo, la diminuzione di reddito dei fiorentini e la tipologia di merce in vendita che implica il contatto della clientela. Non sarà facile ripartire, ma tutti insieme possiamo dare una mano comprando italiano e riscoprendo il valore delle produzioni locali. Perciò sosteniamo questi negozi con una campagna di acquisti all’insegna del Made in Italy” spiega Tiziana Trillo, coordinatore di CNA Federmoda Firenze.

Già per la riapertura del 18 maggio, grandi catene a parte, molte saracinesche sono rimaste abbassate, specie nel centro di Firenze, e per chi ha aperto gli affari non vanno bene. Un recente studio della Camera di Commercio di Firenze stima una diminuzione del 12% del loro business, la seconda categoria più in difficoltà dopo alberghi e turismo. Così oggi, con un video in cui gli imprenditori stessi mettono la faccia, parte la campagna dell’associazione #compraitaliano: un appello per invitare tutti a privilegiare l’acquisto di prodotti made in Italy così da rilanciare i consumi e sostenere l’intera filiera moda.

“Un modo per aiutare a ripartire un settore commerciale in cui le produzioni locali giocano però un ruolo importante, vuoi per la prevalenza di confezioni (536 tra adulti e bambini), vuoi per le specializzazioni del comparto strettamente correlate al distretto della pelletteria” prosegue Trillo. In Italia, infatti, chi vuol acquistare borse, pellicce e pelletteria deve guardare a Firenze che ha la maggior concentrazione di punti vendita d’Italia tanto per le borse (questi negozi costituiscono il 15% del totale dei negozi moda del territorio rispetto al 3% nazionale) che per pellicce e abbigliamento in pelle (2,3% rispetto allo 0,5% nazionale).

1.631 imprese che danno occupazione a 5.268 addetti, anch’essi prevalentemente concentrati nei settori pelle (2.563) e confezioni (1.454). “Una campagna, inoltre, che vuol sensibilizzare quella parte di fiorentini inclini alla ‘fast fashion’ a non acquistare capi usa e getta, ma di qualità e originalità, prodotti da quelle stesse mani e menti creative che stanno nel dietro le quinte dei grandi brand” prosegue Trillo.

“Una campagna che intende anche lanciare un messaggio rispetto ai tempi della moda che, per essere sostenibile ed etica, non può più avere le stesse velocità: basta con le continue collezioni, torniamo alle due collezioni all’anno. È quello il tempo che ha fatto grande la moda italiana, perché quelli sono i tempi giusti per produrre con qualità, con etica, con attenzione alla filiera. Un capo di alta qualità e creatività aumenterà la durata delle merci sugli scaffali, farà crescere il rispetto dei consumatori e potrà incrementare acquisti consapevoli e sostenibili” conclude Trillo.