Oltre 40 foto in bianco in nero per mostrare le piazze e le città toscane durante il lockdown nei mesi dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Lo propone la mostra fotografica itinerante di Luca Betti e Luciana Petti ‘Toscana lockdown’ inaugurata a Palazzo del Pegaso a Firenze. Resterà visibile, gratuitamente, fino al 21 settembre; poi le foto si sposteranno in un’altra delle città ritratte.

Foto in bianco e nero In occasione dell’inaugurazione è stato presentato anche il libro fotografico ‘Toscana lockdown: comunque bella’ a cura dei fotografi e di Paolo Ciampi con l’introduzione di Marco Vichi. Il libro accompagna la mostra in una narrazione dei territori dalla viva voci di chi li vive. La mostra è in bianco e nero per sottolineare i chiaro-scuro del momento per favorire l’immersione emozionale e la distanza sociale imposta dalle normative che si sono avvicendate. Si passa da una Piazza della Signoria vigilata dalle forze dell’ordine a una meta sempre presa d’assalto come San Gimignano, deserta in una atmosfera distopica; dalla ‘Piazza della Vasca’ di Grosseto al ‘Campo’ di Siena, quasi ricoperto di erba perché ormai non calpestato da due mesi; da una muta venere bronzea – cui qualcuno ha messo la mascherina – di Pietrasanta, all’Anfiteatro di Lucca, alla Piazza delle Erbe di Pistoia, al lungomare di Viareggio, ai centri commerciali dove i carrelli – a fianco dei parcheggi deserti – aspettano pazienti la riapertura. La mostra parte da Palazzo Pegaso a Firenze, luogo istituzionalmente emblematico di rappresentazione del territorio regionale, ed è itinerante. Toccherà le città degli scatti che la vorranno ospitare continuando un percorso già avviato in anteprima che ha toccato Siena all’interno del progetto InSIENA e Carrara ospite dell’Apuania Film Commission e Fondazione Carige a Palazzo Binelli. Appena iniziato, oltre all’apprezzamento artistico delle foto in sé, il viaggio è stato pensato anche per andare anche oltre regione a raccontare come spazi conosciuti pieni di vita possano, anche nel momento della loro estrema solitudine, rappresentare la bellezza architettonica e archetipa dello spaccato sociale di una comunità.