“I medici mi hanno comunicato di essere positivo al Coronavirus. La conferma che non vorresti mai ricevere, che ti porta da subito a infondere coraggio a chi vive al tuo fianco e ti costringe a lottare oggi più di ieri”. E’ arrivata nei giorni scorsi, dopo essersi posto in autoisolamento, la conferma della positività per il Consigliere regionale, presidente della Commissione sanità ed esponente di Italia Viva Stefano Scaramelli. A distanza di qualche giorno Scaramelli, ha deciso di raccontarci l’isolamento suo e di due dei suoi tre familiari risultati anch’essi positivi al coronavirus. Lo abbiamo contattato per sapere le sue condizioni di salute: “Ho dolori fortissimi alla testa e alle spalle”, ci ha scritto per poi aggiungere: “Non abbiamo la febbre”. Una condizione, quella del consigliere comune a tante persone in Italia e nel mondo. Con Scaramelli, che ci ha virtualmente aperto le porte di casa sua, abbiamo voluto provare a capire cosa voglia dire affrontare questo virus e tutte le sue implicazioni.
In quanti siete positivi in casa?
“Siamo tre positivi su quattro. Come me, anche mia moglie e mia figlia. L’altro figlio al momento è negativo”.
Avete tutti e tre con gli stessi sintomi?
“Si abbiamo tutti gli stessi sintomi. Per ora stazionari e spero che non si aggravino, ma che migliorino con il passare dei giorni. Forti dolori alla testa, tosse e mal di gola. Non abbiamo la febbre”.
State prendendo dei farmaci?
“Non ci sono cure per il Covid19. Serve continuare nell’implementazione delle misure di isolamento, le uniche attualmente in grado di controllare la diffusione del virus”.
Niente, non prendete proprio niente, nemmeno una medicina?
“Solo analgesici che non sono curativi ma sintomatici. In altre parole alleviano la sintomatologia ma non curano il virus. Per contrastare i dolori qualche antidolorifico e antinfiammatorio”.
Come fate con il mangiare?
“Amici e parenti ci lasciano la spesa fuori casa. Gli esercenti privati fanno comunque consegne a domicilio, questo è positivo”.
Cosa prova oltre ai dolori e malessere, quale disagio psicofisico?
“L’isolamento non è una passeggiata. Ma la scuola online, l’impegno costante a farci forza l’un con l’altro, il lavoro che riesco a portare avanti anche stando chiuso in casa riescono a lenire i disagi”.
Seguite le notizie o provate a distrarvi?
“Seguiamo le notizie ma soprattutto cerchiamo di reinventare il nostro tempo per cogliere da questa crisi i pochi aspetti positivi che possiamo trarre. La vita normale, quella che abbiamo fatto fino a venerdì, tornerà e sicuramente ci troverà diversi. Spero più forti”.
Ci sono momenti in cui state bene, riuscite a ridere?
“Si certo che ci sono momenti in cui riusciamo a ridere. Quando ci sentiamo meglio giochiamo, parliamo, guardiamo i film tutti insieme. Mangiamo sempre insieme, stando attenti a seguire le indicazioni che ci sono state impartite dalla ASL, e cerchiamo di non far venire mai meno l’ironia dai nostri discorsi”.
Qual è la piu’ grande preoccupazione in questo momento?
“I miei figli e mia moglie. Auspico, come già avevo detto nelle settimane precedenti, che tutti si attengano alle norme. La chiusura totale è l’unica soluzione possibile e la più celere per fermare questa epidemia. Aver fatto diventare l’Italia zona rossa è stato un passo in avanti. Ma serve fare di più. Di una cosa sono orgoglioso: in questi anni mi sono battuto per avere più risorse e nuovi concorsi e assunzioni in sanità. Per fortuna ci sono riuscito e in questi giorni la Toscana sta facendo ulteriori 2000 assunzioni. Senza questa misura e quelle fatte nei quattro anni precedenti, dagli investimenti alle assunzioni, oggi in Toscana saremmo in difficoltà e in una situazione peggiore”.