Non solo mondo della cultura. A ribellarsi al nuovo Dpcm e alle limitazioni che impone è anche il modnod ella ristorazione. «Questo Dpcm è una condanna a morte per il nostro settore. Un Dpcm che colpisce duramente le nostre aziende anziché prendere provvedimenti e rendere più efficienti strutture e servizi, come trasporto pubblico e sanità». A dirlo Pasquale Naccari, presidente dei Ristoratori Toscana, gruppo che rappresenta 1.000 aziende a Firenze e 15.000 in Toscana. «Lasciare la possibilità di rimanere aperti a pranzo – riprende – è inutile visto che da quando la maggior parte degli enti pubblici e delle aziende hanno organizzato i propri dipendenti con lo smart working tanti ristoranti hanno deciso addirittura di chiudere in questa fascia oraria visto il calo brusco di clienti».
La protesta del 4 novembre Riguardo al piano di aiuti economici promessi dal Premier Conte, Naccari è scettico: «Siamo stanchi delle tante parole, ci aspettiamo fatti. Noi il 4 novembre scenderemo in strada e arriveremo a piedi a Roma. Ci teniamo a sottolineare – prosegue Naccari – che, a differenza di quanto sottolineato dal premier durante la conferenza, a noi di aiuti ce ne sono arrivati ben pochi. Abbiamo avuto solo un credito di imposta sul pagamento del canone di affitto del 60%, il restante 40% lo abbiamo dovuto tirare fuori di tasca nostra. Per quanto riguarda il fondo perduto: siamo stati chiusi per tre mesi e abbiamo avuto un ristoro solo per il mese di aprile. I sostegni per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, invece, non sono mai arrivati. Capiamo che l’economia non si debba fermare ma ci chiediamo, se le persone continueranno a uscire, a fare la propria vita con le cene in famiglia, siamo sicuri che il contagio non continuerà a crescere? Assurdo chiudere solo i ristoranti, i luoghi più sicuri per eccellenza. E’ stato scelto ancora una volta di penalizzare il nostro settore quando invece bisognava organizzare strutture e servizi in modo da imparare a poter convivere con questo virus, che a quanto dicono gli esperti, non ci lascerà a dicembre».
L’appello al Comune di Firenze Infine, Naccari lancia un appello al Comune di Firenze: «Chiediamo al sindaco Nardella di aprire le Ztl dalle 12 alle 14 in modo da permettere a quei pochi ristoranti che rimarranno aperti di poter lavorare».