Coppie giovani, più italiane che straniere, con figli (spesso soltanto uno), con un solo reddito o anche con due di cui uno o entrambi precari, che si sono trovati a seguito dell’arresto delle attività con una drastica riduzione delle entrate. E’ il profilo del nuovo povero che emerge da uno studio condotto dalla Caritas Firenze che dà il via a un report mensile per offrire un quadro aggiornato dei fenomeni di povertà della diocesi.

I più colpiti dalla crisi Tra i più colpiti, spiega una nota, i commercianti, i lavoratori autonomi o soggetti impiegati in attività in nero, nel turismo, nella ristorazione o nei servizi scarsamente qualificati, ma anche lavoratori stabili addetti in imprese private. Per quanto le persone straniere continuino ad essere complessivamente la maggioranza, si conferma un trend in crescita per i cittadini italiani che rappresentano ormai il 26,4% del totale (erano il 25,8% nello stesso periodo del 2019). Dall’indagine emerge anche come l’attivazione di una solidarietà diffusa, che ha visto una strettissima collaborazione tra pubblico e privato sociale, abbia spinto verso la Caritas persone che, pur vivendo al limite dell’indigenza, in passato si erano sempre trattenute dal compiere questo passo. Per quanto attiene gli interventi attivati da Caritas, la voce dei pacchi alimentari è cresciuta dal 21,8% del 2019 al 50% del 2020 passando, in termini assoluti, da 3.121 a 3.551. Lo studio evidenzia poi che, se durante il lockdown, a predominare è stata la fragilità delle risorse alimentari, in questa seconda fase i centri d’ascolto si troveranno ad affrontare l’onda lunga della crisi che già comincia a manifestarsi attraverso nuove richieste legate al pagamento delle utenze e dell’affitto. «Ciò che proponiamo come osservatorio – afferma Riccardo Bonechi, direttore della Caritas diocesana – è una lettura dei fenomeni che si sono registrati in relazione alla pandemia. Tanti nuovi poveri hanno infatti bussato alle nostre porte e non è stato semplice rispondere a tutti».