«Studiamo la possibilità di effettuare la benedizione delle famiglie con modalità di emergenza», fermandosi ad esempio sul portone delle case, o rimandando a dopo Pasqua».

È l’invito che il vescovo di Prato Giovanni Nerbini rivolge ai sacerdoti della sua diocesi. Tradizionalmente in questo periodo dell’anno, particolarmente in Quaresima, i parroci sono impegnati nella visita nelle case per compiere la benedizione delle famiglie.

Ieri in una nota la Conferenza episcopale toscana ha tuttavia evidenziato che questo gesto pastorale «non potrà essere compiuto quest’anno, in questi mesi, nella consueta modalità di visita nelle case», a causa dell’emergenza Covid.

La proposta

Nerbini ha rilanciato tra i sacerdoti pratesi la richiesta, in modo da non cancellare del tutto la tradizione. «Per esempio – ha scritto il vescovo in una lettera inviata al clero – il sacerdote potrebbe fermarsi immediatamente fuori dalla porta di casa con le persone presenti che ritrovano all’ingresso». Oppure una possibilità potrebbe essere – scrive in una nota la Diocesi pratese – «ipotizzare un periodo immediatamente successivo alla Pasqua» per lo svolgimento delle benedizioni.