Il Coronavirus ha di fatto bloccato l’attività per il contenimento ungulati e le produzioni dei nostri agricoltori rischiano di andare in fumo. E’ il grido di allarme dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena che fa appello alle istituzioni preposte, Regione Toscana e Prefettura, affinché siano disposti provvedimenti in grado di riattivare l’attività di contenimento della fauna selvatica.

Vanificati gli sforzi degli agricoltori «Soprattutto le colture cerealicole e i seminativi in questo periodo vivono una fase cruciale dello stato vegetativo – spiega il direttore di Upa Siena Gianluca Cavicchioli – ma la fauna selvatica, approfittando dell’assenza dell’uomo dettata dai decreti sull’emergenza coronavirus, sta imperversando indisturbata sui nostri campi vanificando gli sforzi e il lavoro dei nostri agricoltori. La Polizia Provinciale, in questo periodo, è chiamata a svolgere importanti servizi a supporto del controllo dell’emergenza e, conseguentemente, può dedicare minor tempo al contenimento della fauna selvatica. Chiediamo dunque che la funzione di controllo delle guardie venatorie, sotto il coordinamento della Polizia Provinciale, possa essere riconsiderata, rispetto a quanto previsto dal DPCM 22 marzo 2020, come fattispecie rientrante nei casi di comprovate esigenze lavorative e comunque di assoluta urgenza tali da giustificare lo spostamento e lo svolgimento dell’attività di controllo faunistico anche fuori dei comuni di residenza. Solo così sarà possibile non vanificare e gli sforzi e i risultati ottenuti con il contenimento ungulati dei mesi scorsi. Abbiamo già paventato il nostro allarme agli enti preposti – sottolinea Cavicchioli -, li ringraziamo per la disponibilità dimostrata ma auspichiamo ora un intervento non più procrastinabile. A rischio, in un periodo già molto difficile economicamente, ci sono le produzioni agricole e il futuro dei nostri imprenditori già vessati dall’incertezza e dallo stallo del lavoro».