«Siamo preoccupati per la diffusione del virus Covid 19 nelle strutture di accoglienza di prima e seconda soglia (emarginazione sociale, utenza in stato di disagio socioeconomico e con problematiche alloggiative) e di accoglienza migranti (Cas, Sprar e Siproimi). Strutture che si adattano con difficoltà alla presa in carico di persone in quarantena, sia dal punto di vista logistico che organizzativo». Così in una nota Fp Cgil Firenze spiegando che «gli ambienti e le modalità di accoglienza dei centri sono nella maggioranza dei casi non adatti a fronteggiare la diffusione di un virus di qualsiasi entità esso sia».

L’allarme Fp Cgil sottolinea come sia «impossibile isolare o normare in qualche modo lo scambio fra gli ospiti, si pensi ai centri piccoli dove le camere da letto hanno 2/3 ospiti mentre nei grandi si arriva a 6. I bagni sono uno ad appartamento nei piccoli centri, e nei grossi centri si tratta di bagni a batteria con lavandini, docce e wc negli stessi ambienti. Di solito questi bagni sono uno a piano, ma in uso anche ad ospiti di piani diversi. E’ impossibile una sanificazione accurata e continua degli ambienti. Nei grossi centri è impossibile tracciare gli spostamenti degli ospiti che si muovono da stanza a stanza per frequentare amici, scambiarsi oggetti»..

«Urge intervento autorità competenti» «In tutto questo – prosegue la nota –  la cartellonistica multilingue, l’uso di messaggi nei cellulari ad opera di mediatori linguistici, i colloqui one-to-one, la diffusione mediatica anche nei canali in uso dalle loro comunità, il lavoro di prevenzione e informazione fatto dagli operatori dei centri non bastano. Serve un intervento delle autorità competenti, nello spiegare e far attuare con controlli le prescrizioni previste. Un intervento volto anche a dare indicazioni precise su come isolare le persone in quarantena e, se questo non fosse possibile, su come spostarle in strutture dedicate. Serve una risposta rapida nell’effettuare test diagnostici (tamponi) e altrettanto rapidamente, in caso di positività, occorre il trasferimento in unità di quarantena appropriate (stanza singola e bagno). Serve poi una sanificazione degli ambienti straordinaria che non può essere lasciata solo agli enti gestori, che affermano di non avere risorse o non ne destinano a sufficienza».