Gli Uffizi sbarcano nel mondo della realtà virtuale. Da oggi, 22 aprile, il museo fiorentino si può visitare da casa con un clic, gratuitamente, entrando in alcune delle sue più belle sale, digitalizzate ad alta definizione, e ammirandone i capolavori proprio come in un tour dal vivo.

10 sale a disposizione del visitatore Basta collegarsi al sito degli Uffizi all’indirizzo https://www.uffizi.it/mostre-virtuali/uffizi-virtual-tour: il visitatore web, da computer, tablet o smartphone, potrà godersi in ogni dettaglio 10 sale tra quelle inaugurate lo scorso anno. Il percorso suggerito inizia dalla sala delle Dinastie, con i ritratti dei Medici di Firenze e dei Della Rovere di Urbino che nel Cinquecento hanno contribuito alla formazione delle collezioni degli Uffizi: tra le opere quelle di Bronzino, Vasari, Pontormo e Tiziano. Si prosegue poi nelle sale verdi della pittura veneta del Cinquecento, con capolavori di Tiziano, Tintoretto, Sebastiano del Piombo, del Veronese.

Si può camminare all’interno delle sale Grazie a una tecnologia all’avanguardia, si spiega, le sale, minuziosamente riprodotte in ogni singolo dettaglio con tutte le loro opere (sono in tutto 55) possono essere viste dall’alto o immergendosi in esse e camminando virtualmente al loro interno, fermandosi davanti ai quadri, proprio come si farebbe nel museo. Ogni dipinto può essere studiato da vicino e, cliccando sulla corrispondente didascalia, appaiono tutte le informazioni essenziali, in italiano o in inglese. Nella sala che ospita La Nuda, di Licinio, è anche possibile affacciarsi alla finestra e ammirare una suggestiva veduta di Firenze in una giornata di sole.
“L’innovativo sistema con cui è stato realizzato questo nostro tour virtuale – spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt – consente un’immersione totale e realistica nell’ambiente del museo. L’esperienza non è soltanto una forma di evasione o di curiosità, ma si forniscono anche strumenti, informazioni e dati per un percorso di approfondimento e per una conoscenza più vasta”, inoltre si tratta di uno strumento “che può servire anche ai fini della ricerca storica e museologica”.