La quarantena e l’obbligo di restare confinati a casa non hanno fatto venire voglia agli italiani di fare figli. E dunque non ci sarà nessun ‘baby boom’ come risultato di questa pandemia come accadde nel dopoguerra.
A pesare la paura di difficoltà economiche e l’incertezza per la vita che ci aspetta. Un futuro poco chiaro che, come rivela una indagine condotta dall’Università di Firenze e diretta da Elisabetta Micelli su quasi 1500 individui intervistati online, i cui risultati sono apparsi sul Journal of Psychosomatic Obstetrics and Gynecology. Oltre 4 persone su 5 (quasi l’82%) hanno manifestato di essere contrarie a una scelta del genere in questo periodo incerto.
Impatto della quarantena «allarmante» Gli esperti hanno visto che delle 269 persone che stavano pianificando una gravidanza prima dello scoppio dell’epidemia, ben oltre un terzo ha dichiarato di aver abbandonato questo piano. I motivi sono molteplici: in primis la paura di dover fronteggiare difficoltà economiche (per il 58%), ma anche la paura di problemi in gravidanza connessi con la malattia covid (58%). «L’impatto della quarantena sulla percezione degli individui della loro stabilità e serenità è allarmante – sottolinea Micelli. Nel nostro campione la maggioranza dei partecipanti riferiva un benessere mentale significativamente più alto prima della pandemia, mentre i punteggi su questo fronte sono notevolmente diminuiti nel periodo del COVID-19 Il nostro scopo – continua – era valutare se le preoccupazioni relative alla pandemia avessero influenzato il desiderio di divenire genitori di coppie che stavano già pianificando una gravidanza, o se al contrario la quarantena avesse aumentato il desiderio di concepire».
Pensiero abbandonato, ma lavoro stabile «È molto interessante notare che, sebbene quasi la metà degli intervistati continuassero a lavorare senza variazioni di stipendio – conclude l’esperta – oltre il 40% dei partecipanti si è detto preoccupato dal punto di vista economico. Proprio queste paure hanno portato coloro che stavano cercando una gravidanza a cambiare idea nel 58% dei casi».