Un protocollo d’intesa in materia di legalità e trasparenza nei contratti di appalto per le opere pubbliche con l’obiettivo di contrastare eventuali infiltrazioni malavitose. E’ quanto siglato oggi dal presidente della Toscana Enrico Rossi e il capo del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Firenze Stefano Buselli, alla presenza dell’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni. In base all’accordo, la Regione mette a disposizione della Dia i dati contenuti nelle proprie banche dati Sitat (Sistema informativo telematico appalti Toscana) e Sispc (Sistema informativo sanitario della prevenzione collettiva).
Informazioni al servizio delle indagini «Questo protocollo ha un importante significato per l’impegno della Regione e delle istituzioni sul versante della lotta alla criminalità organizzata negli appalti pubblici – ha detto Rossi -. I nostri sistemi consentono di avere una serie di informazioni utili, che noi mettiamo a disposizione della Dia, perché possono contribuire a fare più agevolmente e rapidamente le indagini». In Toscana, ha aggiunto Rossi, «vogliamo dare un contributo per evitare che la Regione sia facile preda di un’economia mafiosa. Questa è una regione che fa gola alla mafia. Le due banche dati della Regione, in aggiunta a quelle di cui già disponiamo, – ha rilevato Buselli – ci consentono di localizzare in tempo reale tutti i cantieri operativi a livello regionale, e di conoscere i nomi di tutte le società interessate». Questo, ha sottolineato ancora, «accelera e rende più efficace e snella la nostra azione e ci consentirà di prevenire eventuali tentativi di penetrazione malavitosa nell’economia toscana».
Non siamo un’isola felice «La Toscana non è una regione a rischio ma non è nemmeno un’isola felice. Come è stato detto anche altre volte in passato, la criminalità organizzata in Toscana si manifesta in modi ben determinati che attualmente consistono in una fase intensa di riciclaggio e reinvestimenti». Lo ha detto il capo del centro operativo della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Firenze, Stefano Buselli che ha ricordato che tra l’anno scorso e i primi mesi del 2015 sono stati registrati quattro casi di infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici toscani in particolare nei territori di Pisa, Grosseto e Massa. Un campanello d’allarme. L’esponente della Dia ha comunque specificato che «nel 90% dei casi le verifiche permettono di ritenere che le situazioni sono assolutamente nel rispetto della legalità. Laddove emerge qualcosa di diverso, grazie all’emanazione dei relativi provvedimenti dei prefetti si può giungere a revocare i contratti, e quindi le ditte devono interrompere i lavori».