Se dite di chiudere gli occhi a un tifoso viola e di ripensare al 20 ottobre 2013, giorno in cui la Fiorentina sconfisse in modo rocambolesco, inaspettato e spettacolare la Juventus allora guidata da Antonio Conte, molto probabilmente vi racconterà esattamente a chi era accanto al momento dei quattro gol che decisero la sfida in favore della squadra di Montella. Ma se gli chiedete quale rete di quel poker ricorda con maggior godimento, quasi certamente farà il nome di un giocatore che era finito fino a due settimane fa fuori dai radar del campo gigliato: Joaquin.
Il gol del delirio Infatti la rete di El Pisha, come è soprannominato in Spagna il classe ’81 iberico, fu quella del sorpasso per il momentaneo 3-2 e c’è gente che è andata in delirio per quella marcatura, rompendosi delle ossa nell’abbracciare il vicino, o molto più probabilmente essendo scavalcato alle spalle da illustri sconosciuti in estasi, o frantumando cellulari e computer di cui hanno perso il controllo pochi istanti dopo che la palla era entrata in rete ad opera dell’ex anche di Betis e Siviglia. Un giorno, fra 40 o 50 anni, quando Joaquin tornerà a Firenze con i nipoti, sarà per sempre accolto come un eroe, perché chi segna alla Juve, e soprattutto lo fa in una partita leggendaria come quella di un anno e poco più fa, rimane nel cuore ad imperitura memoria e gratitudine. Venerdì prossimo Joaquin rischia seriamente di giocare da titolare la nuova sfida a quella che per Firenze non è una semplice avversaria.
Il cambio di modulo E pensare che fino a pochissimi giorni fa l’esterno spagnolo era più sul punto di viverla invece in tribuna, la Partitissima del Franchi. Infatti per un cambio di modulo operato a fine estate e per lo scavalcamento operato nelle gerarchie da altri elementi giunti nella scorsa campagna acquisti, Joaquin era stato relegato a riserva, escluso anche dalla lista dei giocatori utilizzabili in Europa League, e divenuto elemento che era fra i primi candidati ad essere ceduti a gennaio prossimo. Poi la doppia sconfitta contro Sampdoria e Napoli, la lunga pausa del campionato per gli impegni delle nazionali e una serie di allenamenti del ragazzo nativo di El Puerto di Santa Maria, che hanno fatto cambiare idea a Montella: ritorno al 3-5-2 e inamovibilità di Joaquin. E così dopo la buona prestazione contro il Verona, dieci giorni fa, il numero 17 gigliato si è ripetuto contro il Cagliari, domenica scorsa, e adesso si appresta a scaldare il drappo rosso da torero con la seria intenzione di matare nuovamente la Juventus. Glielo chiedono i tifosi, i compagni e la proprietà, perché si può essere a Firenze «eroi per un giorno» ma se ci si ripete contro i bianconeri, per due anni di fila, si rischia di guadagnare l’imperitura immortalità.