A meno di una settimana dall’inaugurazione dell”82/o Festival del Maggio musicale fiorentino, la Fondazione finisce sui giornali per presunte irregolarità e contestazioni rivolte alla passata gestione. Ci sono rilievi contenuti nel documento redatto dagli ispettori del Mef, inviati a Firenze lo scorso autunno, per indennità a manager «superiori ai limiti di legge», incarichi di collaborazione esterni affidati «senza procedure comparative, irregolarità varie nella gestione dei fornitori di prestazione dei servizi».

L’indagine coinvolge soprattutto l’era di Francesco Bianchi, prima commissario e poi sovrintendente dell’ente lirico tra il 2013 e il 2017. Un rilievo riguarda anche Francesca Colombo, sovrintendente a cui subentrò Bianchi, per un presunto mancato taglio del suo compenso. Ci sono poi delle contestazioni mosse dalla Corte dei conti su premi di produzione ricevuti in busta paga dai dipendenti nel 2014 e nel 2015, corrisposti nonostante la legge 100/2010 vieti di pagarli quando il bilancio non è in pareggio: in quegli anni quello del Maggio non lo era. In particolare la magistratura contabile avrebbe contestato 1,6 milioni di euro di danni, con un avviso di costituzione in mora, a Bianchi e ad altri due dirigenti: ora avranno la possibilità di fare le loro controdeduzioni. L’avvocato di Bianchi fa notare che «allo stato la richiesta della Corte dei conti appare fondata su richiami normativi che non sono quelli applicabili. Le valutazioni si fanno alla fine».

Il sindaco Nardella: «Piano di risanamento corretto» Intanto sulla vicenda dei premi l’attuale sovrintendente del Maggio Cristiano Chiarot ha inviato una lettera ai dipendenti, per riferire sulla situazione affermando che sta predisponendo i documenti affinché siano salvaguardati i diritti dei lavoratori. «Ho voluto fortissimamente il nuovo sovrintendente due anni fa, Cristiano Chiarot, ed è con lui che abbiamo messo in campo un piano di risanamento che ha evitato qualunque licenziamento e ha permesso anche al Teatro del Maggio di uscire dal tunnel della crisi – ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze e presidente della Fondazione Maggio musicale fiorentino, commentando le notizie di rilievi sulla passata gestione dell’ente lirico – Secondo la legge come presidente della Fondazione non ho alcun potere gestionale tecnico, pertanto non entro nel merito di questi rilievi, sui quali parlerà il nuovo sovrintendente e per i quali aspettiamo anche di leggere le carte». Nardella ha ribadito che «come lo stesso ministero delle Finanze e lo stesso ministero dei Beni e attività culturali hanno attestato, il piano di risanamento del Maggio musicale è corretto, ed è quello che io rivendico con forza».