«E’ quanto meno curioso, per non dire grottesco, che Coldiretti punti il dito sullo stato di salute economica del Consorzio Agrario di Siena dopo aver di fatto governato per almeno due decenni lo stesso ente. Ci saremmo aspettati un’assunzione di responsabilità piuttosto che un attacco all’attuale Cda; o è forse tutto collegato alla bocciatura della proposta di entrare a far parte del Cai, la società dei Consorzi agrari d’Italia di chiaro stampo Coldiretti?». Così l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena e la Cia Agricoltori Italiani di Siena intervengono a seguito dell’esternazioni a mezzo stampa di Coldiretti Toscana sulla governance del Consorzio Agrario di Siena dopo l’approvazione, da parte del Cda, del bilancio 2019 e del piano industriale quinquennale, un piano di risanamento che con giudizio e lungimiranza deve rimediare a gestioni del passato e che prevede la messa in vendita di immobili ormai inutilizzati e non certo strategici per l’agricoltura senese, e prevede il mantenimento degli asset strategici, su tutti la prestigiosa sede di via Pianigiani, nel centro storico di Siena. Una proposta concreta, quella del Cda del CapSi a differenza delle proposte Coldiretti, che se avesse voluto davvero il bene del Consorzio senese avrebbe dovuto sostenere questo programma, nel segno dell’unità dell’agricoltura senese. «E’ poi perlomeno bizzarro che Coldiretti chiami a raccolta i suoi soci dimenticando che 2 dei 5 rappresentati all’interno del Cda hanno votato in maniera favorevole il piano di risanamento e il bilancio consuntivo 2019 – proseguono Upa Siena e Cia Siena -, di fatto sconfessando la “casa madre”. Chi come Coldiretti Toscana paventa possibili default a causa di una non ben chiara autonomia, evocando altre importanti realtà economiche senesi, dimentica quella autonomia gestionale del Consorzio Agrario sottoscritta insieme a noi da Coldiretti Siena solo qualche mese fa.  Sembra paradossale inoltre, come il presidente regionale di Coldiretti dia oggi dei consigli al Consorzio Agrario di Siena, dopo che in passato ha ricoperto il ruolo di presidente del Consorzio agrario di Pisa che per sopravvivere è dovuto entrare  tramite fusione per incorporazione, nel Consorzio agrario del Tirreno

«Basta diktat dall’alto, sì a confronto» Se davvero a Coldiretti sta a cuore il futuro del Consorzio Agrario di Siena – concludono Upa e Cia Siena – smetta di sottostare a diktat dall’alto, si confronti nelle sedi opportune con i propri rappresentanti e lasci lavorare il Cda senza minacciarlo con una spada di Damocle rappresentata dalla chiamata a raccolta dei soci».