Il Consorzio Agrario di Siena intende fare definitiva chiarezza in ordine alla propria situazione attuale e prospettica, sgombrando il campo da alcune inesatte e infondate esternazioni che sono apparse sulla stampa a seguito del consiglio di amministrazione tenutosi il 27 maggio. Al di là del fatto che non si comprende come a distanza di poche ore dalla chiusura dei lavori del consiglio di amministrazione possano essere circolate, anche a mezzo stampa, pretese notizie e “anticipazioni” di quel che il consiglio ha discusso e deliberato, vi è di più che tali anticipazioni sono palesemente e radicalmente prive di fondamento. In primo luogo, occorre rimarcare con forza che quello approvato dal consiglio di amministrazione è un piano che non prevede in alcun modo la liquidazione del Consorzio né mette in discussione la sua continuità aziendale. Al contrario, il piano prevede la piena prosecuzione dell’operatività del Consorzio facendo leva, fra l’altro, anche sulla riduzione dell’indebitamento esistente.
La dismissione di asset non strategici A tale fine è prevista la dismissione di asset non strategici e che non incidono né tanto meno mettono in discussione la continuità del Consorzio e la sua prospettiva di rafforzamento quale operatore del mercato agricolo. Anzi, proprio la razionalizzazione dell’indebitamento esistente e del patrimonio del Consorzio contribuirà a renderlo un soggetto più efficiente e reattivo nelle dinamiche del mercato, unitamente ad altri interventi che il piano prevede. Non è dunque vero che, come afferma Coldiretti, il piano del Consorzio è un piano di liquidazione, tutt’altro. E questo a prescinder dal fatto che non è dato intendere come il piano possa essere conosciuto da soggetti esterni rispetto ai consiglieri e sindaci che in questa fase sono – e debbono essere – i soli a conoscenza del contenuto del piano.
Dall’adesione a SCAA no iniezione liquidità In ordine poi al fatto che il consiglio di amministrazione ha deliberato in una sua precedente seduta di non aderire alla Società Consortile Consorzi Agrari (SCAA), ritenendo che allo stato non fossero mature le condizioni, vi è da dire che una simile adesione non avrebbe comunque determinato le conseguenze che Coldiretti ha ritenuto di esternare a mezzo stampa. Non è vero che dall’adesione alla consortile sarebbe derivata una iniezione di liquidità, dal momento che normalmente sono i partecipanti alla consortile a finanziarne l’attività con contributi e finanziamenti e non è certo il contrario. Altrettanto inesatto è sostenere che l’adesione alla SCAA avrebbe portato ad un immediato “rilancio” del Consorzio, dal momento che il progetto di riorganizzazione di alcuni Consorzi Agrari è tutt’altro che definito nei suoi contenuti e nei rapporti fra i vari Consorzi, oltre che nei tempi di possibile attuazione. Non è un caso che, come risulta dalle notizie di stampa, diversi Consorzi in Italia, pur facendo parte della società consortile alla quale il consiglio di amministrazione ha ritenuto di non aderire, abbiano deciso di non partecipare al progetto di unificazione.
Il rammarico del Capsi La verità è che il piano di rilancio adottato del Consorzio non costituisce di per sé un’alternativa ad un’eventuale adesione ad altri progetti più ampi ma, anzi, è la sola strada affinché qualunque eventuale successivo progetto possa essere recepito, avviato e partecipato da protagonista e non da comprimario, senza perdere il proprio forte radicamento nel territorio. Questo non già in ragione di una malcelata “senesità” ma perché è nella natura del Consorzio come di qualunque altro Consorzio Agrario italiano in bonis. Il Consorzio Agrario di Siena prende dunque atto con rammarico che Coldiretti, invece di sostenerne l’attività e magari di illustrare in modo più compiuto le conseguenze per i soci e per il territorio del progetto di riorganizzazione che sta cercando di portare avanti, abbia preso spunto dalla mancata adesione alla società consortile per diffondere a mezzo stampa giudizi e valutazioni prive di fondamento e aventi il solo fine di screditare il Consorzio.