«È giusto essere trasparenti. È giusto mettersi davanti allo specchio, che poi è la città, e dire: signori, questo è quello che accade e io non ho alcun timore a dimostrare come stanno le cose». Lo afferma il sindaco di Livorno, Filippo Nagarin, Movimento 5 Stelle, in un’intervista a Il Messaggero. A Livorno come avete gestito l’avviso di garanzia?. Questa la domanda che viene posta al primo cittadino labronico, in riferimento al caos che si è generato negli ultimi giorni a Roma, con la sindaca a 5 stelle Virginia Raggi e l’indagine sull’assessore della sua giunta Paola Muraro. «In totale trasparenza – risponde Nogarin, che a maggio è stato iscritto nel registro indagati per la questione rifiuti a Livorno -. Mi è arrivato l’avviso, due minuti dopo che lo avevo ricevuto, nemmeno mia moglie aveva avuto modo di vedere il feticcio della carta con la scritta della Procura, che io lo avevo già divulgato. Ho detto: signori, questa è la situazione. Poi il gruppo di consiglieri si è riunito, anche gli assessori, e abbiamo deciso di andare avanti».
La questione trasparenza «D’altronde – aggiunge Filippo Nogarin – io non è che mi sia intascato dei soldi o sia andato a cercare favori per qualcuno. Ho cercato di salvare una partecipata ereditata con 42 milioni di euro di debito e ho assunto 33 precari». Alla domanda se sbagliato chiedere automaticamente le dimissioni con l’avviso di garanzia, Nogarin risponde: «Dipende dalle situazioni. Credo sia opportuno valutare sempre. Il sindaco senza aspettare i tempi della giustizia deve essere rappresentativo di una città. Certo se ti indagano per mafia».