Una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «unico sul quale possiamo fare affidamento e riponiamo la fiducia» per chiedere aiuto a nome di centinaia di imprenditori che quotidianamente combattono con la crisi e per denunciare quelli che molti chiamano “omicidi di Stato”, ovvero i suicidi di piccoli imprenditori in difficoltà. L'ha scritta il presidente di Confartigianato Imprese Pisa, Romano Pucci, subito dopo il suo insediamento alla guida dell'associazione di categoria.

Imprenditori senza possibilità di intraprendere «I tanti suicidi di imprenditori – scrive Pucci – per lo più titolari di piccole imprese che da sempre sono il motore dell'Italia, possono essere definiti “omicidi di Stato” perché, molto spesso, questi imprenditori avevano crediti con la pubblica amministrazione». Pucci denuncia anche le difficoltà quotidiane delle imprese: «Dalla burocrazia agli alti costi della politica, dal mancato pagamento di lavori e servizi svolti per conto dello Stato a causa del famigerato patto di stabilità, alla mancata realizzazione delle riforme. A quanti suicidi – prosegue – dovremo ancora assistere prima che lo Stato si renda conto che, forse, è corresponsabile di queste morti poiché non ha creato le condizioni necessarie affinché gli imprenditori potessero continuare a intraprendere? Per vedere un intervento forte dello Stato in nostro favore dobbiamo forse aspettare che qualcuno decida di citarlo in giudizio per omicidio colposo?».

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