E’ terminata alle 17, con aggiornamento a domani mattina, l’udienza del processo sul naufragio della nave Costa Concordia al Teatro Moderno di Grosseto. La Procura non ha dato parere favorevole alla richiesta di patteggiamento reiterata nel processo dalla difesa di Francesco Schettino. Adesso il Collegio del tribunale di Grosseto potrà decidere, sull'ammissione o no di Schettino al patteggiamento, per tutta la fase delle questioni preliminari, fino all'inizio del dibattimento.
LA GIORNATA
C’èra anche la moldava Domnica Cemortan al Teatro Moderno. Quando questa mattina la moldava è entrata nell'aula accompagnata dai suoi avvocati italiani, tutti i flash sono stati per lei mentre prendeva posto nel settore riservato alle parti civili.
Il legale dell’Isola del Giglio: «Da Costa poco interesse verso i gigliesi» «Finalmente si è aperta la fase dibattimentale. Il Comune di Isola del Giglio è presente con forza e determinazione per tutelare gli interessi e i diritti della propria comunità». Lo ha detto l'avvocato Alessandro Maria Lecci, legale di Isola del Giglio, durante una pausa dell'udienza. «Tutto questo, tenuto conto che, rispetto alle premesse, ad oggi c'é poca attenzione da parte di Costa Crociere nei confronti dei diritti dei gigliesi, del territorio e dell'Amministrazione comunale» ha aggiunto il legale.
Nuovo patteggiamento per il comandante La difesa di Francesco Schettino aveva avanzato formalmente una richiesta di patteggiamento al collegio del tribunale di Grosseto proponendo una condanna a 3 anni e 5 mesi. Era la seconda volta che la difesa del comandante della Concordia chiedeva il patteggiamento: in precedenza era successo durante l'udienza preliminare senza ricevere però il parere favorevole della Procura.
Domnica: «Mai detto “Schettino ti amo”» «Non ho mai detto “Schettino ti amo”»: anche dicendo questo la moldava Domnica Cemortan ha spiegato perché ha deciso con i suoi avvocati italiani di querelare chi, l'anno scorso, ipotizzò una sua relazione sentimentale con il comandante Schettino.«La sera del naufragio all'Isola del Giglio aiutai il comandante Schettino a portare delle borse – ha spiegato al ballerina moldava -. Erano momenti di confusione e ci si aiutava tutti. Non so cosa contenessero quelle borse ma lo aiuta». Il suo legale, l'avvocato Gianluca Madonna, ha poi sottolineato che «quelle illazioni hanno rovinato l'immagine personale della mia assistita, anche rendendogli difficile trovare lavoro in Italia».
Sargentini, ipotesi trasferimento a primavera Per la rimozione della Costa Concordia, «una delle ipotesi che è sembrata emergere è il raddrizzamento a fine estate per poi andare al rigalleggiamento e quindi al trasferimento a primavera prossima»''. Lo ha detto Maria Sargentini, presidente dell'Osservatorio per il monitoraggio della rimozione della Costa Concordia, facendo il punto sui lavori con i giornalisti a Firenze. «Stiamo aspettando – ha detto – che Costa presenti il progetto di raddrizzamento della nave e l'intero progetto di gestione del relitto dopo il raddrizzamento. Loro ritengono che sia possibile il raddrizzamento della nave dopo l'estate, poi tra il raddrizzamento e il rigalleggiamento c'è un tempo tecnico di lavorazione, che deve mettere in conto degli effetti non del tutto noti che sono le condizioni del lato di dritta a cui devono essere agganciati i cassoni». Sargentini ha ribadito che «aspettiamo a giorni il piano in cui c'é la valutazione dei rischi: cosa succede se la tolgo ora, se la lascio li', se la lascio inclinata o raddrizzata, i rischi della struttura e i rischi ambientali. Il danno che e' stato fatto dall'incidente non si è' poi allargato, questo è quello che dobbiamo mantenere fino alla fine. I progetti – ha concluso – metteranno in condizione l'Osservatorio e tutto il sistema territoriale di capire la ratio delle scelte che ci proporranno o di proporre scelte diverse».
Schettino: «La Concordia era la mia nave» «E' strano che la mia nave, la Costa Concordia, sia ancora lì, ma non saprei…». Così, in una pausa del processo a Grosseto, il comandante Schettino ha detto rispondendo ai giornalisti su cosa ne pensasse dei tempi e delle modalità di rimozione del relitto davanti alla costa del Giglio. «Si', la Concordia era la mia nave», ha anche detto senza però esprimersi ulteriormente sulla questione della rimozione. A chi chiedeva se fosse tornato al Giglio, Schettino non ha risposto e si e' allontanato.
Procuratore Verusio: «Fine del processo nei primi mesi del 2014» «Alla Procura di Grosseto, considerato il lavoro che abbiamo svolto e l'impianto delle accuse, siamo abbastanza ottimisti che il processo si concluda in tempi rapidi, entro la prima parte del 2014. Quanto alle responsabilità di Schettino, non ci sono dubbi. L'unica cosa sarà vedere come verrà quantificata la condanna». A dirlo in una pausa del processo il Procuratore Francesco Verusio. «Una cosa che va chiarita è che l'incidente della Costa Concordia non fu dovuto ad un cosiddetto “inchino” – ha poi aggiunto -, ma fu un piacere che il comandante Schettino volle fare a Tievoli, perché i suoi familiari che vivono al Giglio assistessero al passaggio ultra ravvicinato sotto costa». Antonello Tievoli è un maitre di bordo che, emerse già subito dopo il naufragio, aveva un rapporto di amicizia con Schettino. Il Procuratore ha distinto fra la pratica marinara dell'inchino e quanto effettivamente avvenuto il 13 gennaio 2012 con lo scontro contro gli scogli degli Giglio da parte della Concordia. «Se fosse stato un inchino la nave sarebbe passata a 4-500 metri e non ci sarebbe stato il naufragio. Invece, Schettino anche per assecondare le richieste di Tievoli, andò vicinissimo portando la nave contro gli scogli». Le osservazioni di Verusio, secondo quanto si ricava, faranno parte delle argomentazioni dell'accusa e sono da mettere in relazione all'inchiesta stralcio contro 5 membri del Consiglio di amministrazione di Costa Spa scaturita da una denuncia di passeggeri che vogliono estendere le responsabilità anche ai vertici della Compagnia di navigazione
Domnica: «Sorpresa ci sia un solo imputato» «Sono sorpresa che ci sia un solo imputato. Era una nave, non un'auto». Lo ha detto Domnica Cemortan, la ballerina moldava che la sera del naufragio della Costa Concordia all'Isola del Giglio era in plancia di comando con il comandante Schettino e altri ufficiali. «Spero che emerga tutta la verità, soprattutto per le persone che hanno perso la vita».
Costa sul banco degli imputati Costa Crociere Spa, nella persona del suo difensore, avvocato Marco De Luca, siede accanto a Schettino e ai suoi difensori. Lo ha deciso il presidente del Collegio i Puliatti considerando che Costa Spa compare in udienza come responsabile civile. E' stata la difesa di Schettino a chiedere che Costa sedesse sul banco degli imputati. A sua volta Costa ha chiesto di essere parte civile nel processo per la perdita della nave.
I numeri del processo Le persone offese fisiche sono 4228, quelle giuridiche 31; le parti civili sono 242, rappresentate da 62 avvocati. Circa 60, invece, sono le parti civili in attesa di essere ammesse. Il materiale processuale è contenuto in 68 faldoni, di cui 31 relativi all'incidente probatorio, e 57 all'udienza preliminare. Quattro scatoloni contengono le copie forensi del hard dick sulla scatola nera e i computer di bordo. I testimoni complessivi sono circa 700: 338 delle parti civili, 96 quelli individuati dalla difesa e 575 dall'accusa, ma molti coincidono.
Costa e Ministero Ambiente parti civili Il collegio del Tribunale di Grosseto ha ammesso come parti civili nel processo sulla Costa Concordia, contro l'imputato Francesco Schettino, la compagnia Costa Crociere SpA, il Ministero dell'Ambiente e anche il Wwf. Sulle loro costituzioni erano state sollevate eccezioni in aula superate ora dalla decisione dei giudici dopo camera di consiglio