27 anni di reclusione per Francesco Schettino. E’ quanto ha chiesto il sostituto Pg di Firenze, Giancarlo Ferrucci, in appello per l’ex comandante della Costa Concordia. Il Procuratore Generale ha ridefinito le pene per i reati di naufragio, omicidio e lesioni plurimi colposi, abbandono, false informazioni alla capitaneria.
In primo grado Schettino condannato a 16 anni Nel dettaglio il sostituto Pg Ferrucci ha chiesto 9 anni di reclusione (8 anni di pena base più aggravante della colpa cosciente) per naufragio colposo contro i 5 anni di reclusione decisi in primo grado dal tribunale; 15 anni per omicidio colposo plurimo e lesioni plurime colpose (32 morti e decine di feriti), compresa l’aggravante di colpa cosciente che in primo grado non era stata accordata a questa imputazione e contro i 10 anni della condanna inflitta a Schettino; 3 anni per abbandono di persone incapaci a bordo della nave (anziché 1 anno del primo grado). Totale, 27 anni di reclusione, contro i 16 totali della condanna in primo grado. Inoltre per le false informazioni alla capitaneria, il pg ha chiesto 3 mesi di arresto.
Il Pg: «Il grado della colpa riguarda il singolo» Il Pg ha respinto le richieste della difesa contenute nei motivi di appello, tra cui la riapertura del dibattimento per sentire il cartografo Simone Canessa e la plancia di comando, in particolare gli ufficiali Ciro Ambrosio e Silvia Coronica, più il timoniere Jacob Rusli Bin. Inoltre ha respinto l’ipotesi di un confronto Ambrosio-Schettino, la nuova discussione della maxi-perizia sull’incidente del Giglio. Nel processo di primo grado «la Procura di Grosseto ha scelto la colpa cosciente, scelta del tutto corretta – ha detto Ferrucci -. Che però non è stata condivisa dal Tribunale, che dice che non vi è la piena prova che Schettino abbia previsto il rischio della morte di persone dopo l’urto. Il grado della colpa riguarda il singolo. Il ruolo dominante va adeguatamente sanzionato in termini di pena» per questo «chiedo 27 anni di reclusione e tre mesi di arresto».
Da Grosseto a Firenze.Il processo per il naufragio della Costa Concordia, che causò la morte di 32 persone il 13 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio, ha preso il via stamattina nel capoluogo toscano. Sul tavolo dei giudici il ricorso dell’ex comandante Francesco Schettino contro la condanna a 16 anni e un mese inflittagli in primo grado dal Tribunale di Grosseto l’11 febbraio 2015. Ma il comandante, a differenza, del processo di primo grado a Grosseto ha deciso di non essere presente ì, almeno alla prima udienza, «un po’ per evitare una certa sovraesposizione mediatica, un po’ perche’ saranno affrontate questioni tecniche pregiudiziali in base a cui saranno definiti alcuni aspetti del processo» come hanno preannunciato i suoi legali Donato Laino e Saverio Senese.
I capi di accusa L’accusa è sostenuta da uno dei pm di Grosseto, il sostituto Alessandro Leopizzi, che ha ricevuto delega dalla procura generale distrettuale. Schettino deve rimontare una condanna importante, anche se non mai alta come quella che avrebbero voluto per lui i Pm di Grosseto: nella loro requisitoria chiesero 26 anni e l’arresto in carcere immediato, temendo perfino una sua fuga all’estero. Così, anche per questo, la procura maremmana fece a sua volta ricorso in appello, addebitando a Schettino colpe gravi nel naufragio e nell’aver causato 32 morti tra le 4.229 persone censite a bordo.Il processo di primo grado è iniziato davanti al Tribunale di Grosseto il 17 luglio 2013 e si è concluso con la sentenza dell’11 febbraio 2015. Quasi 200 sono stati i testimoni ascoltati, i consulenti e i periti che sono sfilati durante le udienze nel corso di più di un anno e mezzo sul palco del teatro Moderno dove era stata allestita l’aula di giustizia. Gli atti del processo comprendono circa 55.000 pagine.
Da Genova al Giglio tra demolizione e fondali Intanto altri due territori vivono ancora la coda delle vicende legate al naufragio. A Genova è giunta all’ultima fase la demolizione della Costa Concordia. Dopo la prima fase nel porto di Prà, il relitto è arrivato a Sampierdarena per il completamento delle operazioni. Una volta che resterà soltanto la chiglia, quello che rimane della Concordia sarà trasferito nei bacini di carenaggio per completare la demolizione. All’Isola del Giglio proseguono le attività di pulizia dei fondali e di smantellamento del cantiere utilizzato per la rimozione del relitto.