«Nei quarantaquattro anni dellla sua vita Sender Prager non si era mai sentito così insicuro e disarmato come durante le poche settimane del suo fidanzamento con Edye Barenboim, una ragazza che aveva la metà dei suoi anni»
Ecco, comincia così, questa storia crudele di Israel Singer, lo scrittore che a distanza di molti (troppi) anni alcuni stanno cominciando a considerare non meno talentuoso del fratello Isaac. Riconoscimento obbligato, dopo aver letto La famiglia Karnowski. In attesa, si auspica, di molte altre pagine che attendono di essere scoperte.
Come per questo breve racconto – Sender Prager, appunto (Adelphi) – se si vuole parabola umana già altre volte raccontata: il libertino impenitente – perché mai dovrei prendere una moglie per gli altri, dal momento che potrei prendere le mogli degli altri per me? – che comincia a sentire il passare del tempo e con l’età non può più sottrarsi a certe inquietudini. La decisione di sposarsi e da qui tutta una serie di conseguenze che lo porteranno alla rovina.
Sì, altre volte abbiamo letto di fortune che si disfanno, di precipizi che si spalancano sotto i piedi, di giorni che chiedono di pagare con gli interessi tutti i debiti. Ma si sa, non è mai solo la storia: è come c’entri dentro, come la racconti. E qui c’è la magia della scrittura di Singer – Israel Singer – capace di restituirci un personaggio a tutto tondo ma anche la Praga ebraica che non c’è più.