«I Comuni sono all'asfissia e le difficoltà dello Stato si scaricano sulle comunità locali». E’ un vero e proprio grido di allarme quello lanciato a Firenze da Marco Filippeschi, presidente di Legautonomie intervenendo al convegno nazionale dedicato alla finanza locale.

I numeri Dal 2010 ad oggi manovra dopo manovra, – secondo le stime dell’associazione – i tagli ai trasferimenti e i vincoli sempre più soffocanti del patto interno di stabilità hanno costretto gli enti locali a comprimere le spese, soprattutto di investimento (-32% tra il 2009 e il 2013) e ad aumentare la pressione fiscale (+20% tra il 2009 e il 2013) in un quadro di progressiva ricentralizzazione della finanza pubblica. Eppure secondo i recenti dati di Bankitalia alla fine del 2013 il debito delle Amministrazioni locali (107,6 miliardi) era solo pari al 5,2 per cento del debito complessivo delle Amministrazioni pubbliche, diminuito di 7,7 miliardi di euro rispetto all'anno precedente.

Gli obiettivi «Di fronte a questi dati – ha commentato Filippeschi – sarebbe ben strano che nel momento in cui si parla di Senato delle autonomie e di associare il sistema dei poteri locali alla definizione dell'indirizzo politico generale del paese, di condivisione degli obiettivi di risanamento, si rimettesse in discussione alla radice l'impianto del federalismo fiscale». Secondo Legautonomie il primo obiettivo dovrebbe essere quello di «ridisegnare il patto interno di stabilità, anche alla luce della legge attuativa del pareggio di bilancio, potenziando le misure di flessibilità – i patti di solidarietà – necessarie a rendere più sostenibili gli obiettivi degli enti locali soggetti ai vincoli del patto e consentendo, già nel 2014,investimenti mirati nell'edilizia scolastica e in piccole opere pubbliche in grado di sostenere l'economia locale e il contrasto alla disoccupazione».

La revisione del catasto Infine la revisione del catasto, contemplata anch'essa nella delega fiscale, diventa quanto mai urgente. «E' importante – ha concluso Filippeschi – pervenire ad una corretta valutazione dei valori immobiliari. Un ancoraggio delle future forme di imposizione comunale a valori catastali che divergono fortemente dai valori di mercato si trascinerebbe dietro forti iniquità e disparità sociali insopportabili».