Dopo una giornata carica di tensioni, il Consiglio Comunale vota contro il bilancio consuntivo. Con 17 voti contrari e 15 favorevoli il Comune di Siena ad oggi non ha il rendiconto 2011. Non si sono così modificati gli equilibri che dallo scorso 27 aprile avevano visto 7 esponenti del Pd, di cui 6 provenienza ex Margherita, e la consigliera Mugnaini contestare il documento finanziario e contabile. La vicenda aveva visto la giunta andare in minoranza (leggi) e questa notte il sindaco di Siena Franco Ceccuzzi aveva rassegnato le dimissioni.
Per tutto il giorno tanti cittadini e stampa non solo senese ha seguito i lavori del Consiglio in un clima molto teso. La Giunta al completo ha seguito il dibattito dai propri scranni così come il sindaco Franco Ceccuzzi che è intervenuto alla fine. Alle ore 19.30 è terminato il dibattito e sono iniziate le dichiarazioni di voto che si è svolto alle 20.30.
Questi i risultati: I contrari: Vigni (Sinistra per Siena), Falorni (Liste civiche), Staderini (Pdl), Ranieri (Pd), Del Dottore (Pdl), Corsi (Pdl), Tucci (Pdl), De Risi (Liste civiche), Mugnaini (Gruppomisto), Bazzini (Pd), Gioia (Pd), Guidieri (Pd), Manganelli (Pdl), Meacci (Pd), Nannini (Pdl), Pace (Pd), Piccini (Pd).
I favorevoli: Brenci (Pd), Petti (Pd), Nuti (Pd), Senni (Udc), Fedi (Sienafutura), Ceccuzzi (Pd), Nannizzi (Pd), Bruni (Pd), Bianchi (Pd), Chiti (Pd), D'Onofrio (Sel), Marzocchi (SienaFutura), Ronchi (Pd), Tavani (Riformisti), Tortorelli (Sienafutura).
Non ha partecipato al voto: Corradi (Corradi Sindaco).
Di seguito i principali interventi del pomeriggio:
Gian Luca Ranieri (Pd): «Noi il 27 aprile avevamo presentato un ordine del giorno che invita la Giunta a ripresentare il documento con garanzie certe, poi avremmo approvato. Speravamo che il sindaco si attivasse per cercare garanzie, invece la preoccupazione è stata solo di rimettere all’odg lo stesso documento per il 15 maggio. A ridosso, il sindaco ha chiesto spostamento ad oggi e questo aveva fatto sperare. Invece è arrivato in consiglio lo stesso documento. Ora, non avere i soldi dalla Fondazione provoca un grave problema di copertura. Il sindaco, con le dimissioni, è scappato senza risolvere problemi ed ha preferito abbandonare la nave. E questo è grave per le conseguenze di carattere amministrativo che ci saranno. Dice di aver ricevuto richieste illegali? Le nostre sono la certezza delle coperture delle voci del bilancio».
Gabriele Corradi (Capogruppo Per Corradi sindaco): «Il 27 aprile non c’ero, ero convinto di
essermi perso un bel dibattito, invece capisco che non avete parlato di niente se il bilancio è lo
stesso. L’ordine del giorno che siamo chiamati a discutere riguarda l’approvazione del rendiconto 2011, un argomento di una facilità impressionante per chi è abituato a stare all’opposizione: si vota contro, ma non in modo vuoto. Questa volta ci sono troppe voci dove non c’è la copertura dell’incasso. Il 18 marzo, se le nomine fossero andate in altro modo, le cose sarebbero andate diversamente e il bilancio sarebbe stato approvato. Ma la rumba è cominciata già il 20 marzo. Vi inviterei ad essere onesti almeno con voi stessi. Il percorso da allora è stato ispido di insidie senza sapere dove ci avrebbe portato. Ora lo sappiamo: ad elezioni anticipate. Ma siamo davvero certi che non approvando il bilancio facciamo un favore alla città in uno dei momenti più difficili e complicati? Siamo sicuri che con un commissario sapremo affrontare queste sfide? Io credo di no e il mio è un invito a coloro che hanno sempre sostenuto il Governo cittadino a fare la loro parte e mettere il sindaco nelle condizioni di continuare quell’opera che ha iniziato, tenendo conto che il tempo sta per scadere e che dobbiamo far emergere con forza la parte migliore di questa città. In merito al bilancio ancora non ho deciso come comportarmi, ma ho ribadito che sono contrario alla venuta del commissario, ma se dovesse continuare questo atteggiamento da una parte della maggioranza, il sindaco ha fatto bene ad andar via. Invito il sindaco a fare un appello a tutte le forze politiche: di andare alle urne nella prima data utile e poi saranno i cittadini a scegliere. Ma mi auguro che tutti possano scegliere con calma, lontano da interessi di parte, ma vicino a quelli della città che sta vivendo uno dei momenti più bui della sua storia e non per colpa nostra».
Andrea Corsi (Pdl): «Ribadiamo il nostro voto contrario. Una critica che ha radice sostanzialmente politica. Il paradosso di un ente pubblico che non è in grado di chiudere il suo bilancio è sotto gli occhi di tutti. Ci ha colpito come opposizione il feticcio di discontinuità che il sindaco ha proposto. Ha usato parole forti nel suo discorso di oggi “Vile tentativo di ricatto”. Se così è stato non solo il sindaco non deve denunciarlo in consiglio, ma prendere provvedimenti più seri. Spezzo, tuttavia, una lancia in favore. Il suo gesto delle dimissioni non si vede sempre in politica. Gli do atto di gran coraggio. Gesto non per paura di affrontare il voto ma dalla presa d’atto che la maggioranza non è più presente. Infine, Siena non meritava quei servizi tv in cui i cittadini sono stati dipinti come gazzillori. Ma la responsabilità non è di chi ha fatto opposizione in tutti questi anni».
Pasquale D’Onofrio (Sel): «Grazie a tutti i senesi presenti che oggi partecipano alla vita democratica per vedere se la classe dirigente eletta è in grado di assumere le responsabilità per governare in questo momento complesso. Vogliamo che la politica torni ad essere con la P maiuscola, con i partiti che siano strumenti per difendere la collettività e non di meri interessi personali. In questa provincia tremila posti di lavoro persi in cinque anni e redditi in profonda sofferenza: avere ora un’amministrazione sotto scatto e incapace di rispondere ai cittadini è un grave danno per la collettività. Il Comune deve essere il peacemaker attraverso la quale si determina la vita democratica. Da qui devono discendere tutte le altre realtà. La città brucia nelle istituzioni più importanti perché le scelte non sono state fatte prendendo le persone migliori, più in grado di governare. Se analizziamo la cronologia degli eventi tutto è chiaro: fino ad un certo punto si lavorava tutti in sinergia. Fino a quando non è venuto il tempo delle nomine. Se questo è il quadro non possiamo arretrare sul bilancio, perché se lo facessimo penalizzeremmo la collettività, né vogliamo cambiare le regole attraverso cui si sceglie la classe dirigente. A quanti vogliono il commissario, dico se un cittadino ha bisogno, non è meglio se in Comune trova un assessore cittadino di questa città rispetto ad un esterno? Un estraneo in una città complessa come Siena, in cui il sindaco sente il peso di governare, non è possibile. Si torni alle elezioni ma lo si faccia consentendo alla città di avere quella guida di persone che hanno votato; forze serie che non hanno timori e che non hanno dietro di sé interessi personali e vecchie glorie. Io chiedo una riunione dei capigruppo per assumerci la responsabilità di votare il bilancio, per salvaguardare la collettività».
Marco Fedi (Siena Futura): «Questo bilancio è cristallino, ringrazio chi l’ha compilato e certificato. È un bilancio vero, ma lo vogliamo far passare come cavallo di Troia, ultimo baluardo che tiene in piedi la nostra senesità in un momento difficile. Una città dove la banca sta ripartendo ora con un mix di manager esterni che servono a questa città dove un cambio di passo era necessario, città dove i cervelli vanno via perché non possono più lavorare, dove commercio e turismo sono in difficoltà. Un bilancio votato dalla maggioranza in tre variazioni e ora, che bisogna fare l’atto formale di approvazione, c’è chi si astiene? Ci stiamo autodenunciando, quindi. Ringrazio il sindaco per ciò che ha fatto, dimostrando grande senso di responsabilità e umiltà, dimettendosi prima di discutere il bilancio. Ha fatto molto in poco tempo. Noi voteremo il bilancio perché sappiamo di far bene alla città».
Alessandro Manganelli (Pdl): «Quella per il sindaco è l’unica in cui i cittadini possono esprimere facoltà di scelta. Lo scenario aperto dalle dimissioni di Ceccuzzi va rivisto. L’unico momento per legge che consente al Consiglio di riappropriarsi dei propri poteri decisionali è quando viene deciso il bilancio, atto fondamentale di un’amministrazione. I consiglieri si stanno riappropriando ora del loro ruolo. Premessa importante perché sennò ci sfugge il cuore del discorso. Ho sentito parlare di “tradimento”, non commento. So solo che il Consiglio comunale in questo momento sta facendo il proprio dovere, Credo sia fuori luogo accusare i consiglieri di opposizione se non daranno il loro voto a favore del bilancio. Non entro nel merito, i motivi tecnici e politici per i quali ci sarà chi voterà a favore e chi no sono stati detti. L’aspetto politico è quello che mi preme di più ed è sicuramente quello più alto. Quello che sta succedendo non è una vittoria per questa città, la politica e tutte le forze che ad essa si richiamano debbano dare risposte ai cittadini. Ma, in questo caso, se siamo arrivati a questa situazione, non siamo stati in grado di dare risposte. Non vorrei che da questa sconfitta e dalle sue conseguenze si colga l’ennesima occasione per attaccare la politica. Anzi, credo che proprio in questo momento, senza drammi eccessivi, bisogna ripartire per fare politica, quella gratuita e senza interessi personali. L’amarezza in ognuno di noi se dovessimo cessare il mandato amministrativo dopo un anno è sapere che abbiamo agito nel miglior modo possibile, con impegno totale e gratuito solo per il bene di questa città. Tuttavia, l’arrivo di un commissario non sarebbe un dramma, ma da subito la politica si deve rimettere in moto per dare risposte ai problemi dei cittadini. Il dibattito sul bilancio ha portato ad un’impasse a cui non si riesce a dare risposta e il Consiglio deve prenderne atto. Il Pdl voterà contro con coerenza, serenità e tranquillità, convinti di non fare il male di Siena ma di contribuire a quella chiarezza politica che è venuta meno e di cui la comunità ha bisogno».
Andrea Nuti (Pd): «Do atto al sindaco per atto d’amore dimostrato per la città, interrompendo una situazione di stallo. Nessuno ha nascosto nulla o ha voluto farlo. Il bilancio consuntivo è la fotografia di voci in attivo e passivo di un anno di gestione. È strano correggere qualcosa che è già esistito. È pretestuoso chiederne ora la modifica. È inutile, però, negare che la mancata approvazione provochi pesanti ricadute sul territorio. Bisogna trovare dei correttivi passo passo, un cammino già intrapreso con due assestamenti nel 2011. In un momento difficile bisogna che questa manovra non influisca sui cittadini e che tutti siano impegnati a superarlo. Qualsiasi decisione venga presa i servizi devono rimanere inalterati. Questa la linea della nostra amministrazione che in questo complicato anno di gestione ha saputo fare tanto in ambito sociale nonostante i tagli. Tutto nella tutela dei bisogni delle categorie più deboli, possibile solo attraverso un’attenta riorganizzazione dei servizi».
Lorenzo Brenci (Pd): «Merita di essere indagato il rapporto tra Fondazione Mps e Comune. Le erogazioni hanno permesso alla città di godere di standard di vita molto elevati, Oggi, per la prima volta, ho sentito che i soldi della Fondazione mancano e si scopre che a qualcosa servivano, mentre spesso si diceva che erano sperperati. La situazione è complessa. Sul territorio mancano posti di lavoro. La situazione è seria. Rispetto a quello che ha fatto il sindaco, un gesto politicamente degno di persona che sa fare un mestiere ingrato in città come Siena, un politico che lascia il Parlamento per fare sindaco. Sono stupito che i consiglieri si siano messi a fare i ragionieri contabili. Noi abbiamo un compito diverso, dovremmo essere amministratori attenti sì ad aspetti tecnici e giuridici ma i cittadini ci hanno eletto per tutelare l’interesse generale. Io credo che sia stato tutelato in tutti i suoi aspetti. Il sindaco si è già dimesso, quindi la crisi di questa giunta è finita. Ora ci troveremo a confrontarci con un panorama politico molto diverso. Questo Consiglio passerà alla storia per la sua brevissima durata. Penso che questa amministrazione abbia avviato una lunga marcia per rendere indipendente il bilancio dalle erogazioni della Fondazione. Non è giusto dipendere da un ente terzo in un momento di crisi finanziaria; e poi l’amministrazione deve avere capacità di progettualità propria. Ma c’era bisogno di tempo, due-tre anni, non qualche mese. Non è nemmeno vero che la Fondazione non ci darà questi finanziamenti. Il collegio dei revisori ha certificato che il bilancio è regolare, e il collegio l’abbiamo votato noi. Il più grande rammarico politico, lo dico, è che oggi la sinistra non vince. Da domani bisogna cominciare a pensare a ciò che è successo e programmare cosa fare. In questi anni abbiamo vissuto scelte sofferte ma ho visto che, dopo un’autocritica doverosa, avevamo intrapreso la strada giusta. Come sindaco Ceccuzzi ha dato le dimissioni, e anche qualcun altro deve riflettere su alcune scelte che hanno fatto male alla Fondazione e Banca. Il sindaco ha già deciso, ma se c’è un momento di riflessione con i capigruppo e se c’è la possibilità di tornare in Consiglio per votare il bilancio e permettere al sindaco di non andare domani alla Corte dei Conti con il bilancio bocciato, percorriamola. E se alla fine commissario sarà, speriamo almeno che non sia amico della Brambilla».
Pietro Staderini (Pdl): «Sono senese, ho sentito molto parlare di senesità. E se vengono fatte scelte contro Siena non sono d’accordo. Il bilancio è il rendiconto fatto dall’amministrazione comunale, quindi il Consiglio ha nelle sue funzioni anche quella di controllo. E se il rendiconto non è accettato, non è un dramma. La giunta deve prenderne atto. Il Pdl non ha partecipato alle scelte messe in pratica dall’amministrazione comunale, quindi voteremo contro. Un atto fondamentale che assume caratteristiche politiche importanti. L’approvazione non è un atto dovuto. In questi giorni sono stati rivolti continui appelli e richiami al senso di responsabilità perché era necessario approvarlo per scongiurare il non rispetto del patto di stabilità. A chi invoca la responsabilità, in un contesto di crisi violento, di chi è la colpa? Il Consiglio ha il controllo di quello che viene fatto dall’esecutivo. Tutta l’azione politica del Pdl è coerente e molto responsabile perché per il bene di Siena ci siamo sempre stati. Noi facciamo il nostro lavoro e rivendichiamo la nostra azione e rimandiamo al mittente e non accettiamo dichiarazioni di terrorismo fatte in questa aula. Sono dichiarazioni che un’amministrazione responsabile non può e non è accettabile che faccia. Si perdono posti di lavoro, Ceccuzzi in campagna elettorale aveva promesso tanti posti di lavoro, aveva detto che non sarebbero stati fatti tagli al sociale. Basta un solo periodo di crisi perché il Comune sia in difficoltà sui servizi alla persona? Questo denota che non c’è responsabilità civica e certifica il fallimento di questa maggioranza. Invito tutti a stare sereni perché la sconfitta non è dramma, non ci sono congiure di palazzo. È dal 28 aprile scorso che chiediamo le dimissioni del sindaco. Al segretario Manciulli che ha detto che il Pd è il motore della Toscana, a Siena voglio dire che il Pd si è inceppato».
Mario Ronchi (Pd): «Alcuni colleghi di partito parlano solo a mezzo stampa, disertando l’aula. Alcuni eletti nel Pd e con i voti dati dai democratici hanno abitudine di non avere confronto con gli organi di partito. Confronto democratico continuamente cercato con loro in ogni sede istituzionale e di partito. Ci sono state 26 assemblee di circolo in città ma senza confronto. Bene ha fatto il sindaco, a cui rinnovo la mia stima e fiducia, a trarre conseguenze in queste condizioni difficili in cui lavorare. Un atto di onestà intellettuale nei confronti della cittadinanza e del centrosinistra. In questo anno ci abbiamo messo il cuore, come penso tutti di maggioranza e opposizione, lavorando senza essere né continui né discontinui. E su questi termini in città si è aperto un dibattito quasi stucchevole. Ora siamo in un momento difficile, e colgo una grande frustrazione che spero possa essere superata con un dibattito chiaro nelle sedi opportune in cui ognuno spieghi con autenticità le proprie scelte. Sono amareggiato delle conseguenze irreversibili scatenate come le dimissioni del sindaco. La città ha bisogno di soluzioni per andare avanti con rigore. Mi rammarico perché la politica non ha saputo dare risposte e qui abbiamo fallito. Anteposti il perseguimento di specifici obiettivi individuali a necessità generali. Augurio alla città che possa trovare presto una guida autorevole e che abbia sensibilità nei confronti dei problemi della città anche se non ai livelli di chi è nato vissuto e conosce questa città Quindi spero si vada presto alle urne».
Leonardo Nannizzi (Pd): «Questo disagio e malessere viene da molto lontano, non da questo ultimo mese. Prendiamo atto con coscienza delle ripercussioni che siamo costretti a subire. Non entro nella querelle del gioco delle parti. Io ho interpretato il ruolo di consigliere nella giusta maniera. Un vero onore. Non mi preoccupa stasera, mi preoccupa domani. Il voto negativo sarà legato a considerazioni personali. Molti conflitti interni ad ogni singolo consigliere. Il bilancio è di importanza totale per mandare avanti la città. Non mi preoccupa che le persone che sono in quest’aula, domani non ci saranno più. Saranno sostituite, magari da alcuni migliori di noi. So solo che la sofferenza che ci sarà da domani in poi sarà per tutte le persone di questa città. Fa male che tutto questo getta nello scompiglio un’intera città. Credo che avendo fatto parte del mandato passato e attuale ho votato a favore di tutti i passaggi e non vedo perché dovrei votare contro ora. C’è bisogno di mantenere ciò che di buono è stato fatto in passato, ci sono stati anche errori ma è normale farli. C’è bisogno di capire quali sono e avere capacità di equilibrio e trovare via rinnovamento. In bocca al lupo alla città. Questa non è sconfitta per alcuni e vittoria per altri. Ma sconfitta della politica e per tutta la città. Tutti dicono che vogliono salvare la città ma siamo sicuri che Siena possa permettersi un anno senza Governo?».
Giovanni Bazzini (Pd): «Esprimo dissenso al documento contabile che ci è stato proposto nella sua originale stesura. Questo bilancio senza entrate previste dalla legge non è votabile. Non si capisce perché si è voluto andare avanti, nonostante i nodi. Il sindaco anziché confrontarsi ha scelto la strada della chiusura dimettendosi. Noi vogliamo fare fino in fondo nostro dovere di consiglieri comunali. Resto allibito da quello che ho sentito contro le istituzioni. Colpa che viene data a chi ha assunto la funzione di controllo prevista, vista come ostacolo da chi governa. Il vero traditore sfoga la sua rabbia sulle istituzioni e lo fa in modo ingiurioso. Noi invece abbiamo rispettato il nostro ruolo fino in fondo».
Mauro Marzucchi (assessore al bilancio): «Ringrazio il sindaco e gli riconfermo la mia fiducia e la mia stima. E’stato un anno molto intenso che ricorderò. Mi auguro che la collaborazione non finisca qui. Ringrazio i sindaci revisori che con pazienza hanno fatto il loro dovere e dimostrato di voler bene a questa città più di tanti altri che lo dicono dieci volte al giorno. Ma voglio fare alcune puntualizzazioni: al momento non ci sono segnali di pre dissesto come detto da alcuni consiglieri. Nonostante le risorse della Fondazione abbiamo dovuto tagliare sei milioni perché dal Governo centrale i trasferimenti sono sempre meno».
Al sindaco va la mia solidarietà e quella di tutto il Partito Democratico. Una solidarietà dovuta alla dignità dimostrata rassegnando le dimissioni che hanno un significato profondo: non aver cercato soluzioni che rispondessero a logiche di partito di altri tempi. Franco Ceccuzzi si è dimesso da Deputato della Repubblica per fare il sindaco e già questo non è cosa da tutti. La crisi attuale, invece, non nasce da divergenze amministrative su questo consuntivo ma solo dalla sete di soddisfare alcuni personalismi. Forse abbiamo sognato un congedo dai banchi diverso per tutti noi, a solo un anno dall’insediamento. Rimane però la consapevolezza di aver lavorato sempre al servizio dell’amministrazione, perché solo così si fa il bene della città. Sono i cittadini che poi tireranno le somme rispetto a chi ha fatto bene e chi no. A loro rimanderemo la palla per nuove scelte. E' stato un anno difficile, ma l'invito è di continuare a collaborare e lavorare con lo stesso impegno dell'ultimo anno per la città. Oggi scriviamo una pagina molto buia nella storia di Siena».
Massimo Bianchi (PD): «Franco Ceccuzzi: «Oggi, nella migliore delle ipotesi si sono dette cose imprecise. Se vogliamo parlare del bilancio, il Comune ha ricevuto una lettera con la delibera della Fondazione MPS che ci assegnava risorse condizionate ad accordi con creditori e noi abbiamo accettato queste risorse con una delibera di Giunta. Accertata la disponibilità delle somme la Fondazione ha iniziato ad erogarle. Abbiamo già riscosso due tranche da tre milioni di euro e manca l’ultima. Perfino la Fondazione si è avvalsa di un parere legale secondo il quale al momento attuale è in grado di far fronte alla sua attività istituzionale. Ecco quindi che il rinvio del Consiglio è stato evidentemente strumentalizzato e in modo maldestro. Il rinvio è stato un gesto di bontà politica perché qualora ci fosse stato l’accordo tra le banche creditrici e la Fondazione avremmo avuto un quadro di riferimento diverso. Mentre quando ho alzato i toni con la Fondazione l’ho fatto perché non si è preso atto che c’erano attività che non potranno essere finanziate a fondo perduto all’infinito. Ma era mio dovere cercare di assicurare impegni della Fondazione con quelli del Comune».