'La Vergine e il bambino' di Duccio di Boninsegna

SIENA – Al Metropolitan Museum of Art di New York sta per aprirsi al pubblico la mostra “Siena: the Rise of Painting, 1300-1350 (13 ottobre 2024 – 26 gennaio 2025). A seguire, dall’8 marzo al 22 giugno 2025, l’esposizione verrà trasferita alla National Gallery di Londra. Oltre cento opere, quattro sommi maestri su tutti: Duccio di Buoninsegna, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini, coloro che fecero di Siena una delle capitali artistiche dell’Occidente.

La mostra è indubbiamente un’occasione unica per studiosi, cultori, amanti dell’arte. E per Siena un’occasione – in molti lo auspicano – per riposizionarsi tra le mete cui si approda non da turisti, ma da ‘viaggiatori’. Sono stati, infatti, i viaggiatori, con i loro racconti, a fare di questa città un mito, ad alimentarne la ‘leggenda’.

Possiamo dire che il racconto di Siena nacque a partire dal XVI secolo proprio con i taccuini dei viaggiatori: pellegrini lungo la via Francigena, uomini d’affari, studiosi, viaggiatori del Grand Tour che, su quell’asse viaria, dal Nord scendevano verso il Sud dell’Italia. In Toscana, dopo Firenze, era Siena ad esercitare maggiore richiamo, anche quando, tramontati i suoi fasti repubblicani, si mostrava segnata da declino economico e demografico.

Ammainati i vessilli della città-stato, Siena diventò la città del rimpianto. Probabilmente era questo ad affascinare: una atmosfera di diffusa nostalgia per ciò che si era stati. Vi si faceva tappa, attratti dal riverbero di una grandezza perduta che, comunque continuava a mostrarsi nelle sue testimonianze architettoniche, artistiche; nella sua antica università dove si apprendevano la medicina, la giurisprudenza, la lingua italiana; nel prestigio di istituzioni quali il Collegio Tolomei.

Inaugurazione ‘Mostra dell’Antica Arte Senese’ 1904

Inizia così, con quei resoconti di viaggio, il graduale formarsi della leggenda senese. Gradualmente – e soprattutto a partire dall’Ottocento, con il diffondersi dello spirito romantico – tali pagine si sarebbero fatte sempre più ricche. Quindi non solo descrizioni, ma anche emozioni, intime corrispondenze. Il viaggiatore, in rapporto ai propri modelli culturali, estetici, etici esprimeva giudizi, apprezzamenti, critiche. E il mito della città andava formandosi in un ininterrotto racconto.

Deciso contributo al consolidamento di un siffatto mito fu dato, a inizio Novecento, da un evento straordinario che oggi le due esposizioni in programma a New York e Londra in qualche modo evocano: la “Mostra dell’Antica Arte Senese”, allestita nell’aprile 1904 all’interno del Palazzo Pubblico di Siena, cui fece seguito, nello stesso anno, la “Esposizione di dipinti e maioliche senesi” organizzata dal Burlington Fine Arts Club di Londra. Fu l’annus mirabilis per l’arte senese e per la città tutta. All’inaugurazione senese presenziò Vittorio Emanuele III, fu corso nell’occasione anche un palio straordinario, ma soprattutto Siena divenne meta prescelta di visitatori (molti stranieri).

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Manifesto ‘Mostra dell’Antica Arte Senese’ 1904

A testimonianza dell’avvenimento resta il manifesto della mostra realizzato dalla miniaturista Carmela Ceccherelli, alcune cartoline dedicate all’iniziativa, il corposo catalogo illustrato (426 pagine) curato dal professor Corrado Ricci, che, in premessa, elenca le decine di persone che, a vario titolo, hanno contribuito all’impresa, concludendo: “Purtroppo, a esposizione finita, tutti gli oggetti d’arte si sbanderanno pei mille luoghi donde sono venuti. Allora, a far fede della cospicua raccolta, resterà solo questo catalogo, e perciò appunto a questo catalogo piacemi di affidare il ricordo di tanti benemeriti.”

Si è qui voluto unire attualità a un tempo ormai remoto non per baloccarsi con anacronistici o impropri paragoni, ma – attraverso il secolo e più che separa i due eventi appena richiamati – per cogliere comunque il filo ininterrotto di quel racconto che prima dicevamo e che continua a fare di Siena e della sua arte un mito, la proiezione simbolica di un desiderio di bellezza e di perfezione.

Ebbene, le mostre che oggi vanno proponendosi, le diverse iniziative ad esse collegate, gli approfondimenti e le emozioni che susciteranno, proseguono a loro modo la narrazione della leggenda senese.

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la facciata del Metropolitan Museum of art sulla celebre Quinta strada di New York