I militari del Gico del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Firenze, nel corso dell’operazione “Nemesi”, hanno dato esecuzione stamani al decreto di applicazione della misura di prevenzione antimafia di sequestro e confisca, emesso dal Tribunale di Firenze su proposta del sostituto procuratore della Dda, Giulio Monferini, nei confronti di un’agenzia di money transfer a Sesto Fiorentino, di due immobili a Bagno a Ripoli (Fi) ed una autovettura, per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro. Si tratta del primo provvedimento disposto dalla magistratura fiorentina in tema di misure di prevenzione patrimoniali ex D.Lgs. n. 159/2011. L’attività antimafia è frutto di un complesso ciclo di attività investigative condotte per oltre 2 anni dalle fiamme gialle fiorentine a contrasto della criminalità economica cinese, già individuata nel corso delle precedenti operazioni denominate “Cian Liu”, “Cian Ba” e “Cian Ba 2012”. Le indagini penali hanno evidenziato che tra il 2006 ed il 2010 sono state raccolte ed inviate verso la Repubblica Popolare Cinese rimesse di “dubbia/illecita” provenienza per miliardi di euro. L’invio avveniva con modalità illecite ovvero interponendo terzi fittizi o inconsapevoli quali ‘titolari’ delle provviste di denaro che venivano frazionate in tranches al di sotto del limite quantitativo di 1.999,99 euro, imposto dal legislatore per le operazioni dei money transfer senza l’obbligo di segnalazione.
Le indagini Partendo da questa base investigativa – definita in sede penale con l’emissione dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 262 persone, per i reati che vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso al trasferimento fraudolento di valori, dalla frode fiscale alla contraffazione – si è proceduto ad effettuare ulteriori approfondimenti sotto il profilo dell’applicabilità della normativa antimafia. Le disposizioni consentono il sequestro finalizzato alla confisca dei beni che risultano sproporzionati al reddito dichiarato da soggetti indiziati di condotte di trasferimento fraudolento di denaro ovvero dei beni che risultino essere il frutto e/o il reimpiego di attività illecite. La confisca di prevenzione ha colpito un cittadino cinese che gestiva una agenzia di money transfer di Sesto Fiorentino, implicata nell’illecito trasferimento di provviste di denaro per un ammontare complessivo pari ad oltre 188 milioni di euro e, nel novero delle quali, una quota parte deriva anche da proventi realizzati, prevalentemente, da altri imprenditori cinesi in evasione fiscale. A fronte delle responsabilità dell’operatore del money transfer, le successive indagini patrimoniali hanno rilevato che i redditi dichiarati erano incoerenti rispetto ai beni dello stesso, evidenziando in particolare che, negli ultimi 10 anni, non era stata dichiarata la produzione e/o la percezione di alcun emolumento per la maggior parte delle annualità interessate mentre, nei restanti casi del tutto minoritari, i redditi annuali asseriti variavano da un minimo di poco più di 1.100, nel 2006, ad un massimo di quasi 8.900 euro nel 2007.