FIRENZE – Bloccata «l’ascesa di un clan camorristico e finanziamenti Covid». E’ il risultato dell’operazione di questa mattina condotta da Polizia e Guardia di finanza di Firenze, diretta dalla Dda fiorentina e coordinata dalla Dna, nel capoluogo toscano e nelle province di Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza.
Sono state eseguite misure cautelari e perquisizioni per 13 indagati, 10 gli arrestati, sette in carcere e tre ai domiciliari. Sottoposti all’interdizione dall’esercizio dell’attività professionale un commercialista di Prato e un consulente del lavoro di Nocera Inferiore. Indagato anche un minorenne, sottoposto alla misura del collocamento in comunità. Disposto il sequestro preventivo di conti correnti e somme di denaro.I reati ipotizzati a vario titolo sono associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa finalizzata a ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di armi ed esplosivi, riciclaggio, indebita percezione di erogazioni pubbliche, violazione delle norme sull’immigrazione.
Nel dettaglio l’operazione ha permesso di scoprire un’associazione criminale che agevolava la camorra svolgendo i suoi affari a Firenze, e i cui componenti si riunivano quasi ogni giorno in una pizzeria della città, acquistata subito dopo l’inizio della pandemia e poi finita al centro di una guerra tra clan culminata con l’esplosione di una bomba carta davanti al locale il 23 febbraio del 2021. Le indagini, partite nel luglio 2020 e condotte da Polizia e Guardia di Finanza, hanno permesso da subito di accertare che due fratelli avevano creato un nuovo gruppo criminale a Firenze, nato per agevolare un clan camorristico attivo a Salerno e al quale erano da ricondurre una pluralità di illeciti, commessi in diverse occasioni. Sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la bomba carta che esplose davanti al locale fu piazzata da associati di un clan rivale, arrivati dalla Campania per mettere a segno il blitz incendiario
Bloccate erogazioni Covid
Le indagini, spiegano Polizia e Gdf, hanno anche impedito che l’organizzazione riuscisse a ottenere erogazioni per 90mila euro già richieste a due banche. I proventi delle attività criminose sarebbero stati reinvestiti a Firenze e a Nocera Inferiore e usati anche per finanziare i sodali, ancora presenti nel territorio d’origine e coinvolti in una faida con un gruppo rivale, iniziata nel dicembre del 2020 al momento dell’uscita dal carcere del presunto capo clan, fratello del gestore della pizzeria fiorentina.