Un'operazione per l'arresto di 90 persone accusate di far parte del clan di camorra dei 'Contini' e per il sequestro di beni per 250 milioni di euro è scattata all'alba di oggi in Campania, Lazio e Toscana. L'operazione è coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dalle Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Roma e Firenze. L'inchiesta è la più vasta realizzata finora sul clan 'Contini', ritenuto dagli investigatori fra quelli egemoni a Napoli e riguarda, in particolare, le operazioni di reinvestimento dei proventi economici di gruppi camorristici in imprese e operazioni economiche a Napoli e in altre zone della Campania, a Roma e in Toscana.

Sequestri e ordinanze cautelari Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli contro 90 persone, decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Firenze, dalla Dda di Napoli e, nell'ambito di una procedura di prevenzione, dal Tribunale di Roma. I provvedimenti riguardano beni immobili e aziende controllati dal clan camorristico. Le indagini sono state coordinate dalla Procura nazionale antimafia guidata dal procuratore nazionale Franco Roberti e dirette dalla Dda di Napoli guidata da Giovanni Colangelo, da quelle di Roma per l'applicazione delle misure di prevenzione nella capitale e da quelle di Firenze per le perquisizioni e i sequestri relativi all'infiltrazione del clan camorristico nelle attività economiche e imprenditoriali toscane. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile della Questura di Napoli, dal Gico della Guardia di finanza del capoluogo campano, dai Carabinieri di Roma, dal Centro operativo di Roma della Direzione investigativa antimafia e dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Pisa.

Disseminati in tutta Italia i beni del clan Contini Sono 49 le società sequestrate dal Nucleo di polizia Tributaria di Napoli, 28 immobili e terreni, 4 torrefazioni e oltre 500 conti correnti. La Dia inoltre sta eseguendo perquisizioni in tutta Italia soprattutto nei quartieri della “Roma-bene”. Proprio nella capitale durante l'esecuzione del provvedimento di custodia cautelare a suo carico un imprenditore di  43 anni, dopo aver aperto una finestra, si è gettato dal quarto piano della sua abitazione ed è morto sul colpo. Sequestri anche nel cuore di Firenze e quattro pizzerie dell'area pisana che risulterebbero intestate a prestanome e che sarebbero servite a reinvestire il denaro di provenienza illecita del clan. L'operazione ha portato anche al sequestro di un altro locale, anche quello attivo nella ristorazione, in provincia di Lucca.e in provincia di Lucca. Agenti della Polizia e uomini dei carabinieri sono invece a Bologna, in alcune località della Puglia e in Molise. Tra gli impianti di servizio in aree di sosta su strada sequestrati, alcuni con bar e ristoranti, ci sono quelli sulla Tangenziale di Napoli “Agnano Est” e “Scudillo nord”.

Il Prefetto di Pisa: «La determinazione delle forze dell’ordine garantisce risultati incisivi» «L'operazione antimafia portata a termine oggi, rappresenta un ulteriore e importante successo della lotta dello Stato contro la mafia e dimostra come la determinazione, delle forze dell'ordine e delle Procure, garantisce risultati sempre più incisivi nello sradicamento della criminalità organizzata anche a Pisa» dove sono stati eseguiti perquisizioni e sequestri. Lo afferma il Prefetto pisano Francesco Tagliente congratulandosi con le forze dell'ordine. «Consente, inoltre – prosegue Tagliente – di confermare a cittadini e operatori economici l'attenzione antimafia e l'impegno della magistratura e delle forze di polizia pisane nella lotta alle infiltrazioni criminali sui nostri territori. Ringrazio il Questore Gianfranco Bernabei, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Marcello Montella e tutti gli operatori che hanno proceduto nella nostra provincia con perquisizioni, denunce e sequestri di esercizi commerciali».

Dda Firenze: «In Toscana non più infiltrazioni, ma ramificazioniben strutturate di clan»«In Toscana siamo di fronte non più a infiltrazioni, ma a ramificazioni ben strutturate di componenti di clan camorristici, che la vedono come una terra da sfruttare per reinvestire i proventi di natura illecita». Lo ha detto il Pm della Dda di Firenze Giuliano Giambartolomei, titolare insieme al Pm Giulio Monferini del filone toscano dell'inchiesta sul clan camorristico Contini. In Toscana, gli agenti della Dia di Roma e di Firenze, su mandato della Dda di Napoli, hanno perquisito l'azienda pratese e l'abitazione a Forte dei Marmi (Lucca) di un noto stilista, che non figura tra gli indagati. Nel corso delle perquisizioni sarebbe stata sequestrata documentazione cartacea. Dodici le persone raggiunte da avviso di garanzia emesso dalla Dda di Firenze