Fare la spesa pensando ai meno fortunati o indignarsi contro la crisi e per un giorno non fare acquisti. Sabato 26 novembre per i consumatori interessati ci sarà l’imbarazzo della scelta per una discutibile coincidenza di iniziative che da un lato spinge a un gesto di solidarietà e dall’altro ad azzerare i consumi per protesta contro il falso dogma che consumare di più sia sinonimo di benessere.
La Colletta Alimentare La 15esima Giornata in tutta Italia sarà all’insegna di una doppia sfida alla crisi economica, che fa aumentare sempre di più il numero dei nuovi poveri ma fa anche diminuire le risorse di quanti sono in grado di aiutare chi ha fame. Nella sola Toscana i volontari (gruppi di Alpini, di scout, di associazioni e movimenti cattolici, studenti della scuola secondaria, universitari, perfino scuole di calcio; volontari laici e di ogni religione o credo) sono 7500, dislocati alle porte di 484 punti vendita della grande distribuzione in tutta la regione. Unico l'obiettivo: raccogliere cibo attraverso una imponente mobilitazione popolare. Ai clienti che entrano nei supermarket viene consegnato un sacchettino giallo, perché lo possano riempire a volontà con confezioni di olio, prodotti per l'infanzia, tonno, carne, legumi, pomodori in scatola, tutti alimenti a lunga conservazione da ridistribuire gratuitamente ai poveri. La speranza toscana legata alla 15esima Giornata è di raggiungere e superare i numeri della passata edizione, quando sono state raccolte 743 tonnellate di prodotti alimentari, gratuitamente ridistribuiti nei mesi successivi a 81.237 poveri della regione con l'aiuto di 574 associazioni ed enti di volontariato.
La Giornata del Non Acquisto Saranno, invece, 65 i Paesi in tutto il mondo coinvolti per riflettere sulle abitudini di consumo e sulla possibilità di fare acquisti in maniera più ragionata sviluppando una maggiore coscienza critica. L’invito è quello di azzerare i consumi per un giorno, una pratica che può rendere i consumatori consapevoli di quanta energia sia sprecata, di quanto tempo sia gettato nello spendere per bisogni suscitati solo da subdoli messaggi pubblicitari che invogliano ad acquistare prodotti che spesso non servono nemmeno.
Un sabato di scelte? Due iniziative dall’intento nobile che hanno la sfortuna di essere promosse nella stessa giornata con il rischio di essere svuotati del loro messaggio. Un sabato che inevitabilmente ci spingerà a riflettere se ci sentiamo più consumatori responsabili o consumatori generosi. O probabilmente lascerà molti indifferenti preferendo pensare che, anziché scegliere, sia più facile chiudere gli occhi di fronte a una povertà sempre più diffusa e a un rassicurante consumismo.