Dal primo gennaio 2020 anche Pienza applica il ticket d’ingresso per i bus turistici. Il gioiello rinascimentale di Pio II è infatti la terza località della provincia di Siena ad introdurre la tassa per i bus turistici, dopo le altre due città griffate Unesco (Siena e San Gimignano).

Una novità, fa sapere l’amministrazione comunale, che punta ad una maggiore sostenibilità turistica considerando che ogni anno arrivano a Pienza circa 1 milione e mezzo i turisti; e a migliorare i servizi, sia per i cittadini sia per i turisti.

«Ad oggi non siamo in grado di quantificare il numero dei pullman che quotidianamente attraccano a Pienza – spiega il sindaco Manolo Garosi -. La tassa di soggiorno sui pernottamenti nelle strutture fornisce un dato parziale, che non riguarda i visitatori di comitive che si muovono in giornata. E’ arrivato il momento di monitorare e incanalare anche questa risorsa per migliorare i servizi pubblici a beneficio sia dei residenti che dei turisti futuri».

Al momento il ticket (costo 40 euro per autobus sopra i 25 passeggeri e 20 euro sotto i 25 passeggeri) prevede una prenotazione con almeno tre giorni di anticipo ma è in fase di studio una modalità per poter pagare sul posto.  Il ticket, alternativo alla tassa di soggiorno (non paga chi pernotta nel territorio comunale), avvia una sperimentazione finalizzata al conteggio dei pullman, al monitoraggio dei flussi nei giorni critici e alla realizzazione di un’area attrezzata alla sosta ai margini dell’abitato, ad una certa distanza dalle abitazioni per liberare le attuali postazioni di via Sassetta e via 1 Maggio, dove i residenti lamentano il disagio di motori tenuti accesi per ore per tenere attiva l’aria condizionata.

C’è chi teme che le comitive possano cancellare Pienza dai propri itinerari: «All’inizio – risponde il sindaco Garosi – tutte le misure di tassazione vengono criticate e fanno paura. Ma bisogna avere fiducia nella proposta culturale di Pienza e di tutta la valle e avere la pazienza di aspettare qualche mese per verificare che non ci saranno boicottaggi, bensì una scelta più ragionata da parte delle comitive». Le località che hanno applicato la tassa d’ingresso, ad esempio, non hanno diminuito le presenze, come nel caso di Capri o Civita di Bagnoregio. Ed anche alcune spiagge della Sardegna o i comuni delle Cinque Terre si apprestano a mettere oltre al ticket un numero chiuso per salvaguardare l’ambiente. «Quando un servizio ha un valore pecuniario viene scelto con maggiore consapevolezza – aggiunge Garosi -. Pienza non è una new entry fra le mete turistiche, per questo può permettersi di applicare una tassa. I turisti alternativi al ‘mordi e fuggi’ rifletteranno sul fatto che possono trattenersi più a lungo e visitare non solo la celebre piazza ma anche i due musei, la cripta e i cunicoli sotterranei – agevolati dal biglietto integrato istituito nel 2019 – le altre chiese fra cui la pieve di Corsignano e la frazione fortificata di Monticchiello. Inoltre, il ticket non si applica per le comitive che soggiorneranno in strutture ricettive del territorio pientino».