SIENA – «La risposta della direzione generale delle Scotte dimostra quanta poca attenzione hanno messo a ciò che abbiamo evidenziato. Grosse difficoltà a confrontarsi su numeri reali affrontando il tutto con un timbro superficiale, poco pratico, giocato in difesa, in quanto i dati sono chiari e schiaccianti. Il catenaccio informatico adottato è ampiamente superato». Cosi in una nota congiunta la Segreteria Territoriale CISL FP Siena e CISL FP Medici.
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«I dati che il direttore generale ribadisce da quando è arrivato, con uno scolastico copia incolla ogni volta, parla di 130 infermieri assunti nell’anno 2020, a fronte di quante cessazioni? Nel 2021 quanti ingressi e quanti cessati? I 130 infermieri presi per fronteggiare l’emergenza Covid, che la direzione continua a ribadire in numero maggiore, a cosa sono serviti? I servizi come gli ambulatori sono raddoppiati e prima della pandemia non esistevano check point, punto tamponi, pre triage. Oltre a questi sono stati incrementati altri servizi. Non sono domande solo tecniche, perché da qui si evidenzia la differenza di argomentazione tra noi sindacato e la direzione sui veri reali problemi di numeri di personale. Come farà l’azienda a garantire i servizi con il personale che ha deciso, per sua libera scelta, di non vaccinarsi? Ecco altro personale che verrà meno ed ecco un’altra tematica non affrontata con noi sindacato. Non siamo disposti ad accettare sospensioni nel periodo di ferie perché metterebbero in seria difficoltà i servizi per i cittadini. Continuare a risparmiare sulle spalle del personale che sopperisce le carenze nei vari reparti da mesi, saltando il riposo di continuo non è più accettabile. Dalla nota della direzione un dato però è certo: l’accordo con la Asl per la vaccinazione sul territorio, che nel mese di giugno venne proposto proprio dalla CISL medici per evitare l’allungamento delle liste di attesa, non venne minimamente considerata dal direttore, adesso si farà e permetterà di reinserire il personale che era operante alla vaccinazione, nei reparti. Quindi, presupponiamo, con gioia, che dal primo di settembre non ci saranno più salti di riposo (che è un obbligo contrattuale) da parte del personale e estrema diminuzione di straordinari. Questa è una bella notizia per tutto il personale che farà bene a farsi garantire un suo diritto o provvederemo noi a farlo rispettare».
Scarsa attrattività delle Scotte
«A tutto ciò – prosegue la sigla sindacale – informiamo il direttore generale dell’azienda, che oltre ai numeri preoccupanti segnalati ieri, si aggiungono graduatorie di mobilità in uscita verso Umbria, Puglia e Lazio, Emilia, che porteranno via altro personale. Il direttore, da troppo poco tempo in azienda, deve rendersi conto della realtà senese: per quanto tipica, a livello nazionale, il nostro ospedale Le Scotte è una delle aziende meno attraenti per chi viene a lavorare da noi e viene spesso “usata” come trampolino di lancio, per tornare, giustamente a casa. L’azienda non potrà bloccare in eterno chi ha scelto con diritto e regolare concorso di rientrare verso le proprie abitazioni familiari. Le Scotte, ad oggi è l’unica azienda che non stabilizza il personale interno. Fatto gravissimo ed imbarazzante per una direzione che dice di essere dalla parte del personale. Proprio quel personale che lavora in azienda da tre anni fino addirittura ad otto, che rientra nella Legge Madia per un proprio diritto, che abita su Siena, con le procedure già pronte, per un capriccio (economico?) se ne andrà su altre aziende. Questi colleghi motivati, con grandissima professionalità, utilissimi per la mission aziendale rimangono in un limbo, in attesa che qualcuno della direzione decida di mettere la firma su un atto già pronto da mesi. Rileviamo inoltre, vista la risposta “meccanica” della Direzione, che non è stata data assolutamente nessuna risposta circa le condizioni pietose del Pronto Soccorso, mentre noi, avevamo messo in evidenza, nell’intervista in video, problematiche gravi che mortificano pazienti e congiunti. Chiediamo di nuovo: come intende provvedere l’azienda, a questa grave carenza che riguarda tutti i cittadini e tutte le malattie?».