Sorgerà alla Tenuta di Suvignano di Monteroni d’Arbia (Siena), confiscata alla mafia, il “Centro delle competenze” sui prodotti agricoli e tradizionali. Il via al percorso avverrà giovedì 8 e venerdì 9 ottobre con una due giorni di lavori, che possono essere seguiti su web, in programma dalla Tenuta, bene confiscato e trasformato in simbolo della legalità.
Mondo accademico a confronto “Valore ecosistemico e multifunzionale dei prodotti tradizionali e centro delle competenze: un valore aggiunto per i territori”: è questo il titolo dell’iniziativa che vedrà coinvolti il mondo accademico e della ricerca scientifica (Università, Accademia dei Georgofili, Centri di ricerca), le Associazioni, i produttori agricoli e degli altri settori economici e l’Anci. L’appuntamento costituirà anche il punto di partenza per la costituzione del Comitato Promotore per il Centro delle Competenze dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali. L’8 mattina, oltre alla presentazione dei partner del Progetto “Cambio Via” (Regione Liguria, Regione Toscana, Regione Sardegna, Corsica) e dello “Stato dell’arte dei Pat in Toscana” a cura delle organizzazioni di categoria agricole, è prevista una tavola rotonda con i contributi delle diverse Direzioni regionali coinvolte. Il pomeriggio di venerdì 9 è invece previsto un Worldcafe’ con quattro tavoli a temai coordinati da professori degli atenei toscani dell’Accademia dei Georgofili. Le giornate dei seminari saranno accompagnate da un evento collaterale per valorizzare gli itinerari della transumanza, un gruppo di cavalieri dall’Appennino toscano raggiungerà la “maremma” come luogo storico di arrivo dei pastori. Verranno organizzati, eventi folcloristici e culturali, una mostra sulle pratiche della transumanza, coinvolgendo anche gli esercizi commerciali del territorio, con recupero di antiche ricette.
I prodotti della tradizione toscana La Toscana conta 461 prodotti agroalimentari tradizionali espressione della storia di ciascuno dei territori, tra cui i Brigidini di Lamporecchio, la Schiacciata fiorentina, il castagnaccio, la salsiccia di cinghiale, la porchetta di Monte San Savino, l’aglione della Valdichiana, la patata rossa di Cetica, la pera picciola, la trota iridea, il Cacciucco livornese e tanti altri. Piccole produzioni, meno conosciute ma profondamente legate a contesti territoriali circoscritti e ad antiche pratiche che, al pari delle produzioni di punta, raccontano e rappresentano l’affascinante storia della cultura rurale toscana. Riconoscere e valorizzare questo “tesoro nascosto” della nostra terra significa preservare i territori, l’ambiente, il germoplasma, la cultura gastronomica, ma anche creare nuove opportunità di crescita per le comunità che rendono viva, ospitale e accogliente la nostra Regione. Il centro di Suvignano mirerà a riunire esperti che forniscano elementi per orientare la definizione di politiche basate sull’evidenza scientifica, al fine di scambiare le diverse competenze ed esperienze collettive nei diversi ambiti. La realtà che verrà allestita a Suvignano costituirà una base di dati e informazioni scientifiche e culturali indispensabili per elaborare strategie volte allo sviluppo e alla valorizzazione economica e culturale del patrimonio delle nostre tradizioni enogastronomiche.