biagiotti-sara-9-624x416-300x200Decaduta il 22 luglio 2015 con un voto negativo nella giornata che lei stesso ha definito «la peggiore nella storia di Sesto Fiorentino da dopo il fascismo», Sara Biagiotti ieri sera nel corso di un incontro avvenuto al circolo la ‘Rinascita’ della località incastonata fra Prato e Firenze, ha ufficializzato la decisione di non ricandidarsi a sindaco della città.

Biagiotti, nuova avventura politica a Roma Dopo non aver mai escluso la possibilità di poter correre ancora per la poltrona di primo cittadino della città, al netto degli otto voti negativi che l’hanno vista sfiduciata dalla sua stessa maggioranza, l’ex responsabile del comitato elettorale quando Matteo Renzi era candidato a segretario del Pd, insieme a Maria Elena Boschi, dopo un incontro avvenuto lunedì scorso proprio con il premier, ha deciso di desistere dai suoi intenti, e pur promettendo di continuare ad impegnarsi per il Partito democratico nella corsa all’elezione del nuovo sindaco, che avverrà a giugno prossimo, ha optato per il passo indietro, si dice anche su promessa dell’ex primo cittadino di Firenze di un posto di rilievo a livello nazionale nel partito che ha raccolto il 40% alle ultime elezioni europee. «Ho avuto una chiacchierata piacevole con il Presidente del Consiglio, una conversazione tra amici – ha spiegato Sara Biagiotti davanti ad un centinaio di militanti del Pd -. Il premier mi ha chiesto di dare una mano alla sua squadra a Roma ed insieme al segretario Alessadro Baldi ho deciso di accettare la sfida. Non dimenticherò però Sesto Fiorentino, non vi libererete di me. Il partito si è ricostruito dopo una vicenda drammatica ed il commissariamento è stato un evento eccezionale. Con tanta forza di volontà, in sei mesi abbiamo ricostruito il partito. La forza di questo gruppo sta nel fatto che esiste una classe dirigente diffusa, capace di dare un futuro alla città. Dal 2013 ad oggi, a Sesto è cambiato il mondo. C’era il bisogno di spalancare le porte, vedo tanti volti nuovi. Nell’anno di governo abbiamo lavorato bene, abbiamo dato un cambiamento alla città. Abbiamo formato qualcosa di più di un semplice gruppo dirigente di un partito. Dovremo combattere le destre e i populismi, il caso Liguria non si ripeterà a Sesto».

Cosa succede a Sesto Ma come si muoverà il Pd in vista delle elezioni comunali di giugno? Il segretario del Pd Alessandro Baldi ha spiegato che «il partito di maggioranza si è aperto alle altre forze politiche di centro sinistra. Ci sono alcuni punti di condivisione come le scuole, l’inceneritore e il nuovo aeroporto. Con i Popolari per Sesto, Movimento Sesto 2014 ed Italia dei Valori ci sono i presupposti per ampliare la coalizione che sosterrà il candidato sindaco. Per quanto riguarda il Pd, ripartiamo dalla giunta eletta nel 2014, anche perché il lavoro era stato svolto bene. Secondo la segreteria ci sono le condizioni per cercare di costituire una coalizione e per vedere, entro venerdì 4 marzo, se sarà possibile tenere o meno le primarie di coalizione, alle quali parteciperanno due candidati al massimo». Nomi sui candidati che il Pd potrebbe presentare alle prossime elezioni pre estive non ne sono stati fatti, ma indiscrezioni vogliono che uno dei papabili possa essere Lorenzo Zambini, 38 anni, vice sindaco durante l’amministrazione Biagiotti e attuale presidente del Partito Democratico.