Tecniche di contro pedinamento, “pali” fissi a fare la guardia, spostamenti in bici ma soprattutto in treno. E poi i colpi nelle abitazioni vicino alle stazioni. Per questo 10 cittadini stranieri di nazionalità georgiana sono stati raggiunti da misure di custodia cautelare eseguite dai Carabinieri di Pisa con l’accusa i furto, ricettazione e associazione a delinquere.
Serrature aperte con chiavi artigianali Il gruppo avrebbe colpito in più città toscane nel pisano, a Livorno, Viareggio (Lucca) ed Empoli (Firenze) “visitando” case vicino alle stazioni, utilizzando il treno per gli spostamenti, sfruttando inoltre case d’appoggio di connazionali, comprese donne che ufficialmente svolgono un lavoro come badanti ma sospettate di ricettare la refurtiva. «Non c’era serratura che non riuscissero ad aprire grazie alla fabbricazione artigianale di chiavi» ha detto il comandante provinciale dell’Arma Andrea Brancadoro in conferenza stampa. Secondo quanto spiegato dai militari gli indagati avevano passaporti falsi ed erano «inafferrabili» perché cambiavano residenza di continuo grazie appunto a una serie di case di appoggio appartenenti a connazionali, uomini e donne.
Ufficialmente badanti, in realtà ricettatori Queste ultime erano ufficialmente badanti ma in base alle indagini ancora in corso il sospetto è’ che ricettassero la refurtiva all’interno della comunità georgiana. La refurtiva va da macchine fotografiche, collane, anelli, bracciali a medaglie da collezionismo. «Questi oggetti venivano poi venduti in alcuni negozi compro oro che, con una certa superficialità, accettavano la compravendita», ha spiegato Brancadoro. Da quanto emerso, gli indagati erano organizzati in bande intercambiabili e operavano con metodi molto professionali.