Nella provincia di Siena il dibattito è acceso tra i favorevoli e i contrari (leggi), ma oltre ogni valutazione ambientale le centrali a biogas sono una risorsa per il territorio e l’agricoltura. A dirlo sono i Dottori Agronomi e i Dottori Forestali della Federazione Toscana, la cui posizione è condivisa anche dall’Ordine senese.
 
Gli impianti
Le centrali per la produzione di energia da fonti rinnovabili in provincia di Siena, riguardano le zone di Piana a  Buonconvento, località Montioni a Sovicille, San Quirico d’Orcia, Rapolano Terme e Colle Val d’Elsa. «Come Dottori Agronomi e Forestali riteniamo che un atteggiamento pregiudiziale sia controproducente – spiega il presidente regionale e dell’Ordine di Siena Monica Coletta -, è opportuno comprendere dove, come e quali condizioni detteranno le amministrazioni per garantire positive ricadute sul territorio. Le rinnovabili sono un’opportunità che non dobbiamo escludere a priori ma pianificare, programmare e, non  ultimo, saper gestire. Il biogas è una delle filiere per la produzione di metano partendo da materiali organici ricchi di zuccheri complessi (polisaccaridi) come l’amido mediante fermentazione degli stessi in assenza di ossigeno (fermentazione anaerobica). Il progetto d’impianto a  Buonconvento, come quello già in funzione nel Comune di Sovicille, utilizza il materiale vegetale derivato da colture agricole come mais, sorgo, triticale, loietto, oltre a paglia di cereali».
 
I vantaggi «Questi impianti possono rappresentare, nell’ottica della multifunzionalità dell’azienda agricola, una opportunità di valorizzazione delle risorse, se pianificati e progettati valorizzando i benefici per la collettività e con la massima tutela per il paesaggio e dell’ambiente – conclude Coletta –, e il nostro apporto di professionisti qualificati vuole essere un contributo serio e non fazioso ad un dibattito che vede protagonisti amministratori locali, cittadini, imprenditori agricoli e associazioni ambientaliste».