FIRENZE – Non ci sono stati passi avanti né indietro. Sulla centrale geotermica della Val di Paglia gli attori convocati al tavolo dalla Regione sono rimasti tutti della stessa posizione.
Si trattava del primo incontro dopo la firma del ministro Dario Franceschini all’opposizione della Soprintendenza sul via libera alla Valutazione d’impatto ambientale dell’ente regionale. Le parti si potrebbero rivedere più avanti, ma le posizioni al momento appaiono inconciliabili. La centrale, che sarebbe la prima a ciclo binario in Italia, sarebbe realizzata da Sorgenia e attiva a partire dal 2027. Parallelamente, l’azienda energetica si occuperebbe anche della riqualificazione della zona: un’area industriale compresa tra quattro Comuni, ma sempre più in disuso. Il soprintendente Gabriele Nannetti avrebbe presentato una soluzione alternativa, ovvero lo spostamento dell’impianto di un centinaio di metri.
Una proposta considerata “irricevibile” dal sindaco di Abbadia San Salvatore (Siena), Fabrizio Tondi, perché significherebbe “la riprogettazione complessiva, con evidenti conseguenti. In più, l’area individuata non è di proprietà di Sorgenia”. Lo stesso concetto sarebbe stato espresso dalla Regione. Insieme al soprintendente si è schierato Francesco Fabbrizzi, sindaco di Radicofani. Il suo parere, come quello del Comune di Abbadia, che avrebbe la centrale sul proprio territorio, non è comunque vincolante. Il primo cittadino non si è espresso contro la geotermia in senso generale, ma ha spiegato che “questa sarebbe la quarta centrale nel raggio di pochi chilometri. Penso possa essere sufficiente così”.