Il calcio è fatto di particolari ed anche un ciuffo d’erba a volte può fare la differenza. Fatevelo dire da Luca Toni, uno che una volta in un Fiorentina-Juventus colpì la palla talmente bene che sarebbe finita sicuramente in porta, salvo poi rimbalzare almeno tre volte su altrettante zolle diverse che tramutarono il tragitto della sfera dalla certezza di finire fra i pali, al colpire uno di essi. Ecco perché nelle ultime ore, anche se non fa ancora notizia, il vero fatto che desta attenzione in casa viola è la situazione del terreno di gioco dello stadio Franchi in condizioni pessime dopo la sfida di domenica scorsa contro il Torino, ed in vista del match di questa sera con il Tottenham valevole per i sedicesimi di finale di ritorno di Europa League.
Un caso aperto dal 2013 Un problema che il prato del principale impianto calcistico fiorentino si trascina da oltre due anni, ovvero da quando ospitò nel novembre 2013 una gara amichevole di rugby contro l’Australia che costrinse a dipingere il terreno di gioco in molte delle sue parti per apporre una pubblicità che si sarebbe così resa visibile in televisione a chi avesse visto il match. Da quel giorno, nonostante tentativi di rizzollatura, lavoro di giardinaggio costante ed opera di manutenzione, il campo del Franchi si è caratterizzato per zolle distrutte al primo impatto dei calciatori sopra di esse, erba ingiallitasi o ricresciuta in maniera non conforme, e per una irregolarità dei rimbalzi del pallone, tanto da costringere ad un impianto di nuove zolle soprattutto nelle due aree di rigore effettuato durante lo scorso periodo invernale. Ora però l’allarme è rosso, tanto che la Fiorentina ha deciso di svolgere la propria rifinitura pre-gara con il Tottenham mercoledì mattina al centro sportivo, per preservare eventuali problematiche fisiche dall’impatto irregolare con il campo del Franchi.
Un nuovo manto per il Franchi In attesa che eventualmente si decida ad un impianto totale di nuova erba di superficie, magari durante la prossima sosta delle nazionali, gli addetti allo stadio di Firenze pare siano andati nella recente trasferta inglese a Londra a studiare la metodologia di lavoro degli agronomi inglesi, da sempre riconosciuti come eccellenti giardinieri per terreni di gioco dove si svolgono attività sportive. In questo senso fuori dall’Italia si è maestri mentre nel confine italico è sempre più difficile trovare eccellenze visti anche i recenti rinvii al cadere della prima neve o di abbondanti piogge, come sabato scorso a Genova per il derby. Forse è anche da questi particolari che la Fiorentina non ha un rendimento così amico nella propria casa: 4 successi in 14 gare di campionato, 1 su 3 in Europa League. E contro il Tottenham per essere tranquilli servirebbe proprio una vittoria perché l’altra alternativa per andare avanti in campo continentale sarebbe solo uno striminzito e pericolosissimo da programmare zero a zero.