Ben 800 controlli nelle cave, oltre 400 nei laboratori. Sono queste le prime indicazioni del protocollo firmato nelle scorse ore dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, le procure generali di Firenze e Genova, le procure di Massa e Lucca e il comando regionale carabinieri forestale. Anche Arpat aumenterà i suoi controlli con riferimento ai materiali generati dalla produzione come la ‘marmettola’.
Gli obiettivi La missione dell’accordo è salvaguardare la legalità e promuovere lo sviluppo sostenibile dell’attività estrattiva nel distretto dell’apuo-versiliese. Grande attenzione sarà posta anche sugli aspetti della difesa del suolo, focalizzandosi sulla ricostruzione del reticolo idraulico, con oltre 80 controlli affidati al personale del settore Genio civile Toscana Nord ed al personale del nucleo forestale dei carabinieri. Centinaia di verifiche punteranno poi sulla rispondenza tra l’utilizzo delle cave e le autorizzazioni rilasciate. In collaborazione con l’Università di Firenze, col dipartimento di Scienze della Terra, verrà data priorità anche all’attività di monitoraggio della stabilità dei versanti con particolare riferimento ai ravaneti. Qui è giàattivo il sistema di monitoraggio radar satellitare, la stessa tecnologia usata anche per la Concordia.
Controlli sulle cave toscane Ogni 12 giorni sarà aggiornato il monitoraggio. Infine, l’analisi del materiale scavato dovrà dare indicazioni anche sulle quantità sostenibili. Il governatore della Toscana parla di «un punto di svolta»grazie al dialogo fra la Regione e le procure. «Dobbiamo ritrovare il punto di equilibrio tra questa ricchezza, la sua ridistribuzione, l’impatto ambientale che deve essere regolato e la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che è un valore assoluto- ha sostenuto Rossi-. Non è facile, pero’, con questo accordo sono state poste le basi. Rendiconteremo ogni 6 mesi quello che verra’ fatto e andremo nei territori a confrontarci».