FIRENZE – Un colpo al cerchio e uno alla botte. Strada che ha caratterizzato la politica regionale sulle cave, come ha confermato l’assessore Stefano Baccelli.

“Non si può essere contemporaneamente contrari alla variante e al fianco dei lavoratori: che piaccia o meno, la realtà è ben più complessa di quanto alcuni vogliano far credere – ha detto il delegato di giunta per la questione -. Il Piano Regionale è il frutto di una profonda condivisione con i Comuni, i sindacati, le associazioni di categoria, i cittadini e le imprese; ed è proprio in esso che, sin dal 2019, si affida alla Regione il compito di verificare ciclicamente i volumi estratti per valutare e, nel caso, adottare una variante che sposti quel limite del 5% su scala regionale – deroga della quale potranno peraltro godere solo imprese debitamente autorizzate”.

L’iter appena avviato prevede che adesso la parola passi ai singoli Comuni, i quali dovranno segnalare alla Regione i rari casi di imprese che necessiterebbero di accedere a tale sforamento; a seguire, la Regione valuterà ogni singolo caso sulla base delle relative valutazioni ambientali, tecniche ed economiche. A titolo esemplificativo, l’incremento sarà autorizzato nei casi in cui l’approvigionamento serva a realizzare opere pubbliche.

Misura che come ha evidenziato Baccelli non riguarda solo Carrara: “In realtà, a rischiare lo sforamento sarebbero solo una manciata di imprese (i Gessi Pisani, gli Inerti del Valdarno e i Calcari di Molazzana) tutte esterne alle Apuane e operanti, oltreché nel comparto ornamentale, anche in quello industriale e delle costruzioni”.