C’è anche l’ipotesi di almeno due cavalli morti per essere stati sottoposti a sperimentazioni farmacologiche, con uso di sostanze dopanti per aumentarne le prestazioni, tra le accuse avanzate dalla Procura della Repubblica di Siena nell’ambito dell’indagine partita a luglio scorso sulla presunta sostituzione del microchip identificativo di alcuni animali da corsa al fine di spacciarli per anglo arabi mezzo sangue e poterli iscrivere all’Albo del Comune di Siena che dà accesso al Palio. Secondo quanto emerso sarebbero due gli indagati, in concorso, per questa nuova accusa: il fantino del Palio di Siena, 13 volte vincitore, Luigi Bruschelli detto Trecciolino, coinvolto già l’estate scorsa nell’inchiesta, e anche un veterinario di Viterbo, Mauro Benedetti, tra i perquisiti di oggi dalla forestale.
I capi d’accusa Al fantino e al veterinario si contesta anche il maltrattamento di un altro cavallo a cui sarebbe stato somministrato un medicinale con effetto tranquillante. A Trecciolino e a un altro indagato sarebbe stato anche contestato di aver importato dall’India un anabolizzante sempre a scopo veterinario. L’inchiesta vedrebbe complessivamente indagati al momento quattro persone, fra cui altri due fantini del Palio: si tratta di Enrico Bruschelli detto Bellocchio (figlio di Trecciolino) e Sebastiano Murtas detto Grandine. In un comunicato diffuso in serata dalla forestale – che ha eseguito le perquisizioni con 25 agenti insieme a due medici veterinari del Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica, anagrafe equina e benessere animale del cavallo sportivo, del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali – si spiega che le perquisizioni «hanno avuto a oggetto la ricerca di farmaci dopanti o comunque di sostanze vietate»: rinvenuti alcuni medicinali sospetti che saranno ora sottoposti ad analisi.
Il blitz della Forestale Inoltre, sono stati fatti prelievi ematici su 61 cavalli, sia anglo arabi che purosangue, anche estranei all’Albo dei cavalli del Palio, al fine di accertarne l’identità e per le analisi antidoping. Hanno poi avuto esito negativo saggi sui terreni ispezionati, alla ricerca di eventuali seppellimenti illegali di cavalli. La Forestale rileva inoltre che uno dei tre cavalli sottoposti a sequestro probatorio a luglio scorso è deceduto in fase di allenamento in un luogo diverso da quello indicato per la custodia giudiziale, motivo per cui è scattata anche l’ipotesi di accusa di violazione di sigilli e frode processuale.
L’intervento del sindaco «I controlli messi in atto dall’Autorità giudiziaria sull’ippica senese non riguardano il Palio se non indirettamente e pertanto giudico sbrigativa la semplicistica sovrapposizione fra Palio ed inchiesta». Così il sindaco di Siena Bruno Valentini ha commentato in una nota le perquisizioni della forestale nell’ippodromo di Pian delle Fornaci, nelle scuderie e nelle abitazioni dei 3 fantini. «La vicenda, infatti, pare trarre origine proprio dalla efficace azione di tutela che l’amministrazione comunale ha messo in atto questa estate per salvaguardare le procedure di selezione di cavalli idonei per correre in piazza del Campo», spiega ancora Valentini specificando che l’azione dell’amministrazione comunale ha impedito «che comportamenti illeciti potessero inquinare la complessa e scrupolosa attività propedeutica a garantire al massimo possibile la sicurezza della Festa. Il Comune, infatti, ha anche incaricato all’uopo un legale esterno, prima ancora che fossero esattamente definite le ipotesi di reato, in modo da seguire adeguatamente quanto stava accadendo, a difesa degli interessi primari della festa e della città». «E’ stata una vicenda da non sottovalutare, sulla quale la magistratura sta opportunamente facendo gli accertamenti dovuti», ha concluso il primo cittadino.