Si è tenuta recentemente al Santa Maria della Scala una tavola rotonda organizzata dall’Associazione Proprietari, Allenatori e Allevatori di Cavalli da Palio, dove sono intervenuti esperti del calibro di Paolo Baragli per gli aspetti etologici del benessere animale, Raffaello Ciampoli, direttore della Clinica Veterinaria del Ceppo, Claudia Costantino e uomini di cavalli ed ex dirigenti di Contrada come Paolo Neri.
All’avanguardia nella sicurezza dei cavalli Per noi senesi il cavallo è un animale magico, un animale sacro. Incarna un sogno, incarna qualcosa di molto vicino alla nostra anima, non solo nel Palio. Il cavallo dà emozioni e vive di emozioni e per questo sentiamo che in qualche modo ci assomiglia. Fa parte dello stupore infantile, del fantastico. Il suo corpo caldo, il suo odore, hanno a che fare con qualcosa di intimo, di indefinito, di carnale, quasi di materno. Sentire gli zoccoli sulle lastre è una normale eccezionalità: Palio, cavalli, Bellezza, poesia, sono termini strettamente legati. Pur nella consapevolezza che il rischio zero – nel Palio come in tutte le attività agonistiche – non esiste, tutelare il cavallo, la sua salute, il suo benessere, significa esprimere l’amore che da sempre lega i senesi a questi animali; significa anche tutelare il Palio e la cultura millenaria di Siena, della quale il barbero è una delle espressioni più care. A Siena questo amore lo esprimiamo da molti anni, ponendoci all’avanguardia nella sicurezza dei cavalli, nella prevenzione e nella gestione degli incidenti, nel recupero e nell’accudimento. Negli anni al Palio sono state apportate molte modifiche che vanno tutte nella direzione della tutela della salute e dell’integrità degli uomini e degli animali. In nessun’altra corsa si trovano regole così precise per la tutela dei cavalli, che hanno anticipato di un paio di decenni le normative nazionali: la creazione di un rigoroso Protocollo equino, le misure antidoping, una Clinica veterinaria – il Ceppo – all’avanguardia internazionale nella cura e nel recupero dei traumi.
Cosa si può cambiare ancora? Il Palio del futuro deve tener conto di tutti gli aspetti legati al benessere del cavallo, compreso quello psicologico. Cosa si può cambiare ancora? Sono state apportate modifiche alla pista che hanno aumentato la sicurezza, come i materassi e lo spostamento dei bandierini; si può discutere, forse, sulla mescola del tufo; si può incrementare e perfezionare l’addestramento dei cavalli e dei fantini. L’elemento non modificabile è la conformazione della Piazza: un percorso misto, difficile, che richiede tutta una serie di abilità del cavallo e del fantino. I traumi hanno quasi tutti come cause l’intruppamento e la velocità. Questa riduce la possibilità di correggere eventuali passi falsi del cavallo e impone richiami troppo bruschi e brusche frenate, e il cavallo rischia di prendersi gli anteriori con i posteriori; inoltre, cavalli più o meno della stessa forza, quello che si chiama il “lotto omogeneo”, arrivano tutti insieme a San Martino, creando l’intruppamento in uno spazio ridotto. Alla fine del 2008, al Santa Maria della Scala, si è tenuto un importante convegno: “Il Cavallo nel Palio di Siena”. In una delle relazioni a conferma di quanto detto si legge: «A velocità più sostenute saranno necessariamente eseguiti passi più lunghi e quindi ci saranno meno passi a disposizione per compiere la curva. Quindi, a parità di lunghezza degli arti, se si avrà bisogno di più passi per far girare il cavallo, si dovrà necessariamente decelerare». Sempre negli atti di quel Convegno, in parte pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “Ippologia”, si legge che «Le velocità medie sono gradatamente aumentate nel tempo ed hanno raggiunto livelli medi massimi proprio nell’ultimo decennio». Il dato si riferisce a dieci anni fa, ma non risulta che queste siano diminuite.
E’ tempo di decisioni coraggiose Oggi è tempo di decisioni coraggiose e iniziative innovative. Bisogna fare un passo indietro per fare un passo avanti: tornare a un Palio meno veloce, più giostra, con il tempo per parate, nerbate, rinserrate. Alcune di queste parole sembrano quasi desuete e questo appare come un segno dei tempi. Tuttavia il Palio non è una gara ippica. Il Palio non è la Formula Uno, o il Moto mondiale. Si legge negli atti del Convegno sopra citato che «i cavalli con arti più corti saranno anche tendenzialmente più bassi e quindi, avendo un baricentro più vicino al terreno, saranno più stabili. Ciò riduce la probabilità di cadute e quindi di traumi, consentendo una sua più stabile inclinazione nell’affrontare le curve e quindi una maggiore capacità di adattamento alle curve eseguite in velocità». Forse è il caso di riprendere il progetto della creazione di una “razza da Palio di Siena”, seguendo l’idea a suo tempo espressa da Marco Roghi, cioè quella di introdurre con maggiore frequenza un fondo arabo: un cavallo più lento, compatto, agile, che ritrova più facilmente l’equilibrio. Questo andrebbe contro l’omologazione e gli interessi legati ai paliotti d’Italia – che non si limitano a scimmiottare il Palio, ma in qualche modo lo utilizzano – ma fortemente a favore della nostra Festa, la “razza da Palio di Siena” per avere animali più leggeri, più piccoli, con questi segmenti ossei più corti, pensati per essere adatti alla nostra pista, corto-giuntati, stabili, robusti, adattabili e adatti alla giostra. L’idea è quella di creare, negli anni, una razza da Palio di Siena specifica, diversa dagli attuali cavalli multifunzione che possono essere utilizzati anche nei vari paliotti d’Italia, seguendo una logica di mero ritorno economico. Certo c’è bisogno di tempo, dedizione, investimenti, contributi ai cavallai. C’è bisogno, soprattutto, da parte dell’Amministrazione Comunale e di tutti i senesi, della determinazione e del coraggio di cambiare in positivo le regole, in un campo – quello del cavallo, della tutela e del suo benessere in senso olistico – dove da sempre siamo all’avanguardia. Di stabilire norme e pratiche per creare specificità che rendano il Palio più nostro e i cavalli più sicuri. È necessario perseguire l’interesse esclusivo del Palio e scrollarsi di dosso tutti gli appetiti esterni – talvolta indirettamente e più o meno inconsapevolmente avallati e legittimati dal comportamento di alcuni senesi. Comportamenti e bramosie che vanno emarginati e neutralizzati, insieme a tutte le situazioni dove si fanno guadagni facili utilizzando furbescamente la nostra Festa: tutto questo può solo nuocerci.