«Fagioli fatti passare per patate». Con questa metafora dai tratti casarecci, i sindaci revisori di “Democrazia è libertà – la Margherita", il già partito di cui il senatore Luigi Lusi era il tesoriere, hanno spiegato ai magistrati gli artifizi contabili cui sarebbero stati vittime nell’analizzare i bilanci del partito da cui sono passati 13 milioni di Euro finiti non si sa bene dove. «Abbiamo scoperto degli artifici contabili. Per questo siamo voluti venire dai pubblici ministeri e abbiamo detto quello che siamo riusciti ad evidenziare», ha detto Gaetano Troina, che con Giovanni Castellani e Mauro Cicchelli firmò nel giugno dello scorso anno la relazione sul rendiconto 2010.

Fagioli fatti passare per patate. E patate finite chissà dove si sono chiesti a Firenze, dove il senatore Luigi Lusi si dichiarava fra i sostenitori del «Big Bang» ,la seconda convention dei rottamatori che Matteo Renzi aveva organizzato alla Leopolda. A domandarlo in modo ufficiale è stato in Palazzo Vecchio Giovanni Galli capogruppo dell’omonima lista in Consiglio comunale. «Chiedo a Renzi se anche lui ha usufruito dei soldi che il tesoriere Lusi ha gestito dopo lo scioglimento della Margherita di cui Renzi faceva parte. E lo chiedo dopo le dichiarazioni di due esponenti della Margherita. Rino Piscitello e Riccardo Villari, entrambi convinti che Lusi abbia distribuito quei soldi a tutti gli ex della Margherita che ne avevano bisogno per finanziare convegni, manifestazioni, campagne elettorali. Voglio sapere se anche Renzi ha usufruito di quei soldi».Ma sebbene domandare sia lecito e rispondere cortesia, Renzi non ha risposto, affidando al suo portavoce il peso di dichiarare che «il senatore Luigi Lusi non ha dato alcun sostegno economico all’evento del ‘Big Bang”’, ma solo politico”.

Nel frattempo oggi qualche giornale si domanda che fine ha fatto quella tanto sbandierata trasparenza che aveva fatto dichiarare allo stesso sindaco-rottamatore di rendere noti tutti i contributi utilizzati per realizzare il Big Bang fiorentino. Ancora oggi sul sito ufficiale scorrono i ringraziamenti per qualche volenteroso cittadino che ha contribuito alla realizzazione della manifestazione. Tra questi, in effetti, non c’è il nome di Luigi Lusi. Ma non pare sufficiente per garantire quella trasparenza che ormai è diventato un prerequisito politico di cui tutti parlano. Ma pochi mettono in pratica.